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Distribuzione dei profitti agli azionisti secondo la legge societaria giapponese: regolamentazione legale dei dividendi di utili e dell'acquisto di azioni proprie

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Distribuzione dei profitti agli azionisti secondo la legge societaria giapponese: regolamentazione legale dei dividendi di utili e dell'acquisto di azioni proprie

Restituire i profitti ottenuti dalle attività aziendali ai suoi proprietari, ovvero gli azionisti, rappresenta una delle attività fondamentali della gestione aziendale. Questo ritorno di profitti agli azionisti è generalmente conosciuto come “dividendo”, ma la Legge sulle Società Giapponesi stabilisce un rigoroso quadro giuridico per la distribuzione di beni agli azionisti. L’obiettivo di questo quadro è bilanciare la garanzia dei profitti degli azionisti con un’altra importante esigenza: la protezione dei creditori della società.

I principali metodi di distribuzione agli azionisti previsti dalla Legge sulle Società Giapponesi si suddividono in due grandi categorie. Uno è il “dividendo di utili”, che corrisponde generalmente al pagamento dei dividendi (dividends) come comunemente inteso. L’altro è l'”acquisto a titolo oneroso di azioni proprie”, in cui la società riacquista le proprie azioni dagli azionisti, noto come riacquisto di azioni (share buybacks). Sebbene questi due metodi differiscano nella forma, condividono la stessa sostanza economica di trasferire beni della società agli azionisti. Pertanto, la Legge sulle Società Giapponesi li sottopone a una regolamentazione unificata.

Il concetto centrale di questa regolamentazione è l'”importo distribuibile”. Questo concetto stabilisce un limite massimo alla quantità totale di beni che una società può distribuire agli azionisti, funzionando come una “barriera” per prevenire un’eccessiva fuoriuscita di beni dalla società. Una distribuzione che violi questa regolamentazione è considerata un “dividendo illegale”, e i direttori coinvolti nella distribuzione, così come gli azionisti che hanno ricevuto la distribuzione, possono incorrere in gravi responsabilità legali.

In questo articolo, innanzitutto, spiegheremo le procedure specifiche per il “dividendo di utili” e l'”acquisto a titolo oneroso di azioni proprie” stabilite dalla Legge sulle Società Giapponesi. Successivamente, chiariremo lo scopo e il concetto di base della regolamentazione dell'”importo distribuibile” che disciplina queste attività di distribuzione. Infine, analizzeremo in dettaglio le responsabilità legali che sorgono in caso di violazione di questa regolamentazione, includendo esempi di casi giudiziari recenti.

Principali Metodi di Distribuzione agli Azionisti

La legge sulle società giapponesi (Japanese Corporate Law) stabilisce chiaramente le procedure per restituire i profitti agli azionisti. Pur dando priorità alla decisione collettiva degli azionisti, prevede anche eccezioni per le aziende che soddisfano determinati requisiti, al fine di consentire decisioni manageriali più agili.

Distribuzione degli utili in Giappone

La distribuzione degli utili rappresenta il metodo più fondamentale con cui una società distribuisce i profitti accumulati ai suoi azionisti. L’articolo 453 della Legge sulle Società Giapponesi (2005) stabilisce che una società per azioni può effettuare la distribuzione degli utili ai suoi azionisti, escludendo la società stessa se detiene azioni proprie.  

La procedura principale per effettuare questa distribuzione è una delibera dell’assemblea degli azionisti. Secondo l’articolo 454, comma 1, della Legge sulle Società Giapponesi (2005), quando una società intende distribuire gli utili, deve determinare i seguenti elementi tramite una delibera dell’assemblea degli azionisti.  

  1. Il tipo di beni da distribuire (denaro o altri beni) e il loro valore contabile totale. Tuttavia, non è possibile distribuire le azioni della società stessa.  
  2. Le modalità di assegnazione dei beni da distribuire agli azionisti. Questo solitamente significa che la distribuzione avviene in proporzione al numero di azioni detenute da ciascun azionista.  
  3. La data in cui la distribuzione degli utili diventa efficace.  

Questa delibera dell’assemblea degli azionisti può essere approvata con una “delibera ordinaria”, che richiede solitamente la maggioranza semplice.  

Tuttavia, la legge non richiede sempre una delibera dell’assemblea degli azionisti. Per consentire una distribuzione più rapida, in determinate condizioni, è possibile delegare l’autorità decisionale al consiglio di amministrazione. Ad esempio, una società che ha istituito un consiglio di amministrazione (società con consiglio di amministrazione) può, se previsto dallo statuto, effettuare una distribuzione una volta per esercizio tramite una delibera del consiglio di amministrazione. Questo è comunemente noto come “dividendo intermedio”.  

Inoltre, per le società con un sistema di governance più rigoroso, come quelle che hanno un revisore contabile, è possibile, in base all’articolo 459 della Legge sulle Società Giapponesi (2005), delegare in linea di principio al consiglio di amministrazione la decisione sulla distribuzione degli utili, se previsto dallo statuto. Questa disposizione è ampiamente utilizzata, in particolare dalle società quotate, per attuare politiche di distribuzione in modo flessibile in risposta ai cambiamenti dell’ambiente gestionale.  

È possibile effettuare la distribuzione anche con beni diversi dal denaro (distribuzione in natura). Tuttavia, se non si concede agli azionisti il diritto di richiedere un pagamento in denaro in sostituzione (diritto di richiesta di distribuzione in denaro), si ritiene che l’impatto sugli azionisti sia significativo, e pertanto è necessaria una “delibera speciale” dell’assemblea degli azionisti, che richiede requisiti di approvazione più rigorosi.  

Acquisizione a titolo oneroso di azioni proprie

L’acquisizione a titolo oneroso di azioni proprie, ovvero il riacquisto di azioni da parte della propria azienda, rappresenta un importante strumento per restituire capitale agli azionisti. L’atto di un’azienda che acquista le proprie azioni dagli azionisti in cambio di un corrispettivo comporta un flusso di fondi dall’azienda agli azionisti, similmente alla distribuzione di utili.  

Questa procedura, secondo il diritto societario giapponese, richiede in linea di principio un processo di approvazione in due fasi. In primo luogo, ai sensi dell’articolo 156 della Legge sulle Società del Giappone, si stabilisce un “limite” per l’acquisizione di azioni proprie tramite una delibera ordinaria dell’assemblea degli azionisti. Questa delibera deve definire i seguenti elementi.  

  1. Il tipo e il numero totale di azioni che possono essere acquisite.
  2. Il contenuto e l’importo totale del denaro o altro corrispettivo da consegnare in cambio delle azioni.
  3. Il periodo durante il quale le azioni possono essere acquisite (non può superare un anno).  

Questa delibera dell’assemblea degli azionisti funge da meccanismo di controllo per prevenire acquisizioni illimitate di azioni proprie da parte del management aziendale e per evitare impatti imprevisti sugli altri azionisti. All’interno di questo limite approvato, nelle società con consiglio di amministrazione, il consiglio stesso determina le condizioni specifiche, come il momento e il prezzo delle acquisizioni individuali. Ciò garantisce che a tutti gli azionisti venga offerta un’opportunità equa di vendita.  

Analogamente alla distribuzione di utili, anche per l’acquisizione di azioni proprie esistono disposizioni eccezionali che consentono procedure più efficienti. In particolare, quando le società quotate acquisiscono azioni proprie attraverso il mercato, il comma 2 dell’articolo 165 della Legge sulle Società del Giappone prevede che, se stabilito nello statuto, il consiglio di amministrazione possa decidere l’acquisizione di azioni proprie senza passare per l’assemblea degli azionisti. Questa disposizione consente di effettuare acquisizioni di azioni proprie in modo agile, in risposta alle condizioni di mercato, ed è adottata da molte società quotate giapponesi.  

Regolamentazione delle Risorse per la Distribuzione agli Azionisti

Dopo aver stabilito le procedure per la distribuzione dei beni agli azionisti, il problema successivo riguarda il limite quantitativo di quanto si possa distribuire. La legge sulle società giapponesi (Japanese Corporate Law) prevede una rigida regolamentazione delle risorse, definita come “importo distribuibile”, per questo aspetto.

Scopo della Regolamentazione dell’Importo Distribuibile

Lo scopo più importante della regolamentazione dell’importo distribuibile è la protezione dei creditori della società. Nel sistema delle società per azioni giapponesi, gli azionisti sono responsabili solo fino all’ammontare del loro investimento, avendo una “responsabilità limitata”. Pertanto, le risorse finali per il pagamento dei debiti della società sono costituite esclusivamente dai beni posseduti dalla società stessa. Se la società potesse distribuire i propri beni agli azionisti senza alcuna restrizione, si creerebbe il rischio che i beni della società si esauriscano, impedendo ai creditori di ricevere il pagamento.  

Per prevenire tali situazioni, l’articolo 461 della Legge sulle Società in Giappone stabilisce chiaramente che il valore contabile totale delle azioni di distribuzione di denaro o altri beni agli azionisti, come i dividendi degli utili o l’acquisto a pagamento di azioni proprie, non deve superare l'”importo distribuibile” alla data di efficacia di tali azioni. Questa regolamentazione rappresenta una regola fondamentale per obbligare al mantenimento dei beni della società e proteggere gli interessi dei creditori.  

Principio dell’Importo Distribuibile

L’importo distribuibile, concettualmente, corrisponde alla parte del patrimonio netto di una società che esclude il “capitale sociale” e le “riserve” che devono essere legalmente trattenute come base per l’esistenza della società. In altre parole, si tratta dell'”utile non distribuito”. Il capitale sociale e le riserve rappresentano il nucleo patrimoniale della società che dovrebbe fungere da garanzia per i creditori, pertanto, la loro distribuzione non è generalmente consentita.  

È importante notare che questo importo distribuibile non è un valore statico determinato una volta all’anno al momento del bilancio. La legge giapponese stabilisce che l’importo distribuibile deve essere calcolato in base alla data in cui l’atto di distribuzione produce effetti, il che significa che, pur basandosi sul bilancio di fine dell’ultimo esercizio, deve essere calcolato dinamicamente ogni volta che si effettua una distribuzione, riflettendo transazioni significative come la cessione di azioni proprie o la riduzione del capitale sociale. La complessità di questo calcolo può talvolta portare a violazioni normative nelle grandi aziende, come verrà discusso successivamente.  

Inoltre, l’articolo 458 della Legge sulle Società Giapponesi stabilisce un limite assoluto separato dal calcolo dell’importo distribuibile. Non è possibile effettuare alcuna distribuzione di utili non distribuiti se ciò comporta che il patrimonio netto della società scenda al di sotto di 3 milioni di yen. Questo requisito serve a mantenere una base patrimoniale minima per l’esistenza della società.  

Confronto tra la Distribuzione degli Utili e l’Acquisto di Azioni Proprie in Giappone

Come abbiamo visto finora, sia la distribuzione degli utili che l’acquisto a pagamento di azioni proprie sono azioni che restituiscono capitale agli azionisti e sono soggette alla stessa regolamentazione delle risorse disponibili per la distribuzione. Tuttavia, ci sono differenze nelle procedure e negli effetti sulla società e sugli azionisti. La distribuzione degli utili viene effettuata in modo uniforme a tutti gli azionisti in base al numero di azioni possedute, mentre l’acquisto di azioni proprie è una transazione individuale tra la società e gli azionisti che vendono le loro azioni. Questo può influenzare il prezzo delle azioni riducendo il numero di azioni in circolazione e, di conseguenza, aumentando il profitto per azione (EPS).

Responsabilità legale in caso di violazione delle normative

Quando si effettua una distribuzione agli azionisti che supera l’importo distribuibile, si tratta di una “distribuzione illegale” e la legge sulle società giapponesi impone severe responsabilità legali alle parti coinvolte. Questo sistema di responsabilità ha una struttura a due fasi: in primo luogo, mira a ripristinare rapidamente il patrimonio della società e, successivamente, a ripartire equamente le perdite finali tra le parti coinvolte.

L’articolo 462 della legge sulle società giapponesi stabilisce che, in caso di distribuzione illegale, le seguenti persone sono obbligate a pagare congiuntamente alla società una somma equivalente all’intero importo del patrimonio distribuito (non solo la parte eccedente):  

  1. Gli azionisti che hanno ricevuto una distribuzione illegale  
  2. Gli esecutori aziendali (come i direttori) che hanno svolto compiti relativi alla distribuzione  
  3. I direttori che hanno proposto la delibera relativa alla distribuzione all’assemblea degli azionisti o al consiglio di amministrazione  

Questa “responsabilità solidale” significa che la società può richiedere il pagamento dell’intero importo a ciascuna delle persone sopra menzionate. Grazie a questa forte disposizione, la società può recuperare rapidamente il patrimonio fuoriuscito.

Tuttavia, la responsabilità di ciascuna parte varia. Gli esecutori aziendali, come i direttori, possono essere esonerati dall’obbligo di pagamento se dimostrano di non aver trascurato la dovuta diligenza nello svolgimento dei loro compiti, ovvero di non aver commesso alcuna negligenza. D’altra parte, l’obbligo di pagamento degli azionisti verso la società non dipende inizialmente dal fatto che fossero a conoscenza o meno dell’illegalità della distribuzione (buona o cattiva fede).  

La seconda fase della responsabilità riguarda i rapporti di regresso tra le parti coinvolte. Ad esempio, se un direttore negligente paga l’intero importo richiesto dalla società, può richiedere (regresso) agli azionisti “in mala fede” che hanno ricevuto la distribuzione sapendo che era illegale, di restituire la parte ricevuta. Tuttavia, l’articolo 463 della legge sulle società giapponesi stabilisce che non è possibile richiedere il regresso agli azionisti “in buona fede” che hanno ricevuto la distribuzione senza sapere che era illegale, proteggendo così questi ultimi.  

La responsabilità del direttore non viene esonerata per la parte che supera l’importo distribuibile, anche se tutti gli azionisti sono d’accordo. Questo chiarisce che la normativa sulle risorse finanziarie è una legge imperativa che mira a proteggere non solo gli interessi degli azionisti, ma anche quelli dei creditori. La Corte Suprema del Giappone ha da tempo stabilito che l’acquisto di azioni proprie in violazione della normativa sulle risorse finanziarie è nullo (sentenza della Corte Suprema del 5 settembre 1968).  

L’importanza di queste normative è evidente anche nei casi recenti. Nel 2022 (Reiwa 4), è emerso che Nidec Corporation, un’importante azienda manifatturiera, aveva calcolato erroneamente l’importo distribuibile, effettuando una distribuzione intermedia illegale e acquistando azioni proprie. Questo caso dimostra che il calcolo dell’importo distribuibile è estremamente complesso e che anche le grandi aziende e le loro società di revisione possono correre il rischio di errori. Inoltre, nel caso Olympus, le distribuzioni illegali basate su profitti gonfiati da enormi falsificazioni contabili sono state oggetto di controversia, e la vecchia dirigenza è stata condannata a pagare ingenti risarcimenti in una causa rappresentativa degli azionisti (sentenza del Tribunale Distrettuale di Tokyo del 27 aprile 2017, ecc.). Inoltre, i tribunali tendono a giudicare non solo in base alla forma, ma anche alla sostanza, e ci sono stati casi in cui compensi eccessivi pagati a un direttore unico azionista sono stati considerati distribuzioni illegali che eludono sostanzialmente la normativa sull’importo distribuibile (sentenza del Tribunale Distrettuale di Tokyo del 14 luglio 2022).  

Conclusione

In questo articolo, abbiamo spiegato il ritorno economico agli azionisti secondo la legge societaria giapponese, concentrandoci sui metodi principali: la “distribuzione degli utili” e l'”acquisto a titolo oneroso di azioni proprie”, oltre alla regolamentazione centrale del “quantum distribuibile”. Questi sistemi sono progettati con precisione per bilanciare la missione fondamentale delle aziende di restituire profitti agli azionisti e la necessità sociale di mantenere una solida base patrimoniale per proteggere i creditori. Le procedure rispettano in linea di principio la volontà degli azionisti, consentendo al contempo decisioni agili da parte del consiglio di amministrazione sotto determinate condizioni. In caso di violazione delle regolamentazioni sulle risorse finanziarie, sia i direttori che gli azionisti affrontano severe responsabilità legali. Come dimostrano i casi recenti di aziende rinomate, il rispetto di queste regolamentazioni è una questione cruciale nella gestione aziendale.

Lo Studio Legale Monolith vanta una vasta esperienza nel fornire consulenza su questioni legali relative alla legge societaria giapponese a numerosi clienti, sia nazionali che internazionali. Offriamo competenze specialistiche nella formulazione di metodi di distribuzione agli azionisti, consulenza sul rispetto del quantum distribuibile e nella costruzione e gestione del rischio di varie transazioni legate alla legge societaria. Il nostro studio include diversi esperti legali con qualifiche di avvocati stranieri e madrelingua inglese, garantendo un supporto completo affinché i clienti internazionali possano comprendere accuratamente e affrontare adeguatamente le complesse normative giapponesi. Se avete domande sui temi trattati in questo articolo, non esitate a contattarci.

Managing Attorney: Toki Kawase

The Editor in Chief: Managing Attorney: Toki Kawase

An expert in IT-related legal affairs in Japan who established MONOLITH LAW OFFICE and serves as its managing attorney. Formerly an IT engineer, he has been involved in the management of IT companies. Served as legal counsel to more than 100 companies, ranging from top-tier organizations to seed-stage Startups.

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