Titolo dell'articolo: "L'Emissione di Azioni a Favorevoli Condizioni nel Diritto Societario Giapponese e le Considerazioni Pratiche Rilevanti"

Il concetto di “emissione vantaggiosa” nel diritto societario giapponese è un punto di discussione estremamente importante nella raccolta di fondi e nella politica di capitale delle imprese. Questo si riferisce all’emissione di nuove azioni a un prezzo significativamente inferiore rispetto al prezzo di mercato a determinati azionisti o terzi. Mentre questa pratica può rafforzare la base finanziaria dell’azienda, può anche avere un impatto significativo sugli interessi degli azionisti esistenti, motivo per cui è soggetta a rigide regolamentazioni legali.
L’emissione vantaggiosa è spesso utilizzata, in particolare, per la raccolta di fondi delle startup, per la successione aziendale o come parte di strategie di M&A. Tuttavia, errori nelle procedure o nella determinazione del prezzo possono provocare la reazione degli azionisti esistenti e portare a rischi di contenzioso legale. Il diritto societario in Giappone pone grande enfasi sul principio di parità degli azionisti e, poiché l’emissione vantaggiosa può diluire la percentuale di azioni detenute dagli azionisti esistenti o ridurre il valore per azione, la sua legalità è severamente interrogata.
In questo articolo, esamineremo in dettaglio la definizione di emissione vantaggiosa secondo il diritto societario giapponese, le procedure per la sua determinazione, i criteri per giudicare un equo importo di sottoscrizione e i principali casi giurisprudenziali correlati. Inoltre, affronteremo la responsabilità legale e i rimedi per le emissioni vantaggiose inappropriate, impegnandoci a fornire ai lettori una comprensione approfondita di questo complesso concetto legale.
Definizione e base legale dell’emissione vantaggiosa secondo il diritto societario giapponese
Nel diritto societario del Giappone, l’emissione vantaggiosa è definita come “un caso in cui l’importo del versamento è particolarmente vantaggioso per chi sottoscrive le azioni offerte” (articolo 199, paragrafo 3, della Legge sulle Società giapponese ). Questa definizione si riferisce a situazioni in cui le nuove azioni vengono emesse a un prezzo significativamente inferiore rispetto al prezzo di mercato o al valore equo valutato. L’espressione “importo particolarmente vantaggioso” è generalmente interpretata come un importo notevolmente inferiore rispetto a un equo prezzo di versamento . La valutazione di questo “equo prezzo di versamento” varia tra società quotate e non quotate.
L’emissione vantaggiosa ha un impatto diretto sui benefici degli azionisti esistenti. Gli effetti principali sono due . In primo luogo, l’emissione di nuove azioni a un prezzo basso porta a un aumento del numero totale di azioni emesse, causando un effetto di diluizione (Dilution Effect) che riduce il valore relativo di ciascuna azione per gli azionisti esistenti. In secondo luogo, gli azionisti esistenti perdono l’opportunità di acquisire nuove azioni a un prezzo inferiore a quello di mercato, il che può comportare una perdita economica.
Questi impatti possono contravvenire al principio di parità tra gli azionisti, che è un aspetto fondamentale del diritto societario giapponese. L’emissione vantaggiosa non si limita a una semplice definizione di emissione di azioni a basso prezzo; la sua essenza risiede nel potenziale danno agli interessi degli azionisti esistenti e nella possibile violazione del principio di parità tra gli azionisti, che è alla base della Legge sulle Società giapponese. Questa contraddizione intrinseca giustifica la necessità di una regolamentazione legale rigorosa e di una varietà di rimedi giuridici. Proprio a causa dell’impatto sul principio di parità tra gli azionisti, la Legge sulle Società giapponese richiede una risoluzione speciale per l’emissione vantaggiosa e prevede rimedi legali come richieste di inibitoria, azioni di nullità e la responsabilità dei direttori in caso di pratiche inappropriate.
Procedure di Emissione Vantaggiosa di Azioni: Differenze tra Società Quotate e Non Quotate in Giappone
Quando una società per azioni giapponese emette nuove azioni, è necessario stabilire i “termini dell’offerta”, come il numero di azioni offerte, l’importo del versamento e la data di pagamento (Articolo 199, comma 1, della Legge sulle Società Giapponese). Di norma, la decisione su questi termini dell’offerta avviene tramite una risoluzione speciale dell’assemblea degli azionisti (Articolo 199, comma 2, e Articolo 309, comma 2, punto 5, della Legge sulle Società Giapponese). Questo è dovuto al fatto che l’emissione di azioni ha un impatto significativo sugli azionisti esistenti, richiedendo quindi una decisione ponderata.
In particolare, quando l’importo del versamento per le azioni offerte è “particolarmente vantaggioso per chi le sottoscrive”, la decisione sui termini dell’offerta richiede una risoluzione speciale dell’assemblea degli azionisti (Articolo 199, comma 2, e Articolo 309, comma 2, punto 5, della Legge sulle Società Giapponese). In questo caso, i direttori devono spiegare all’assemblea degli azionisti le ragioni per cui è necessario offrire le azioni a quel particolare importo.
Nel caso delle società quotate (definite dall’Articolo 2, comma 5, della Legge sulle Società Giapponese), la decisione sui termini dell’offerta che non rientrano in un’emissione vantaggiosa può essere presa con una risoluzione del consiglio di amministrazione (Articolo 201, comma 1, e Articolo 199, comma 2, della Legge sulle Società Giapponese). Questa è una disposizione speciale per consentire alle società quotate di raccogliere fondi rapidamente. Tuttavia, anche per le società quotate, se l’emissione è vantaggiosa, è necessaria una risoluzione speciale dell’assemblea degli azionisti (Articolo 199, comma 2, e Articolo 309, comma 2, punto 5, della Legge sulle Società Giapponese).
Per le società non quotate (società con restrizioni alla trasferibilità di tutte le azioni), c’è una tendenza maggiore a proteggere il mantenimento della percentuale di azioni detenute dagli azionisti. Quando si emettono nuove azioni attraverso metodi diversi dall’assegnazione agli azionisti (come l’assegnazione a terzi), è essenziale una risoluzione speciale dell’assemblea degli azionisti, poiché ciò ha un impatto significativo sulla percentuale di azioni detenute dagli azionisti esistenti. Nelle società non quotate, l’importanza della protezione degli azionisti è enfatizzata dal fatto che non sono previsti avvisi o annunci legali sui termini dell’offerta, il che potrebbe privare gli azionisti dell’opportunità di bloccare l’emissione di nuove azioni.
Ottenere una risoluzione speciale dell’assemblea degli azionisti è un requisito legale, ma a volte non è sufficiente. Ad esempio, nella decisione del Tribunale Distrettuale di Kyoto del 28 marzo 2018 (caso Amita Holdings), nonostante fosse stata ottenuta una risoluzione speciale dell’assemblea degli azionisti, l’emissione di nuove azioni è stata giudicata “emessa in modo marcatamente ingiusto” e la richiesta di sospensione è stata accolta. La ragione era che il mantenimento del controllo da parte degli attuali manager era l’obiettivo principale e le spiegazioni fornite riguardo alle ragioni dell’emissione erano insufficienti. Questa sentenza dimostra che ottenere semplicemente una risoluzione speciale dell’assemblea degli azionisti non garantisce automaticamente la legalità di un’emissione vantaggiosa. Elementi sostanziali come “l’obiettivo principale” dell’emissione e “l’adeguatezza e la sufficienza delle spiegazioni” agli azionisti sono estremamente importanti per giudicare la sua legalità. Questo caso evidenzia la necessità per le imprese di riconoscere l’importanza non solo delle procedure formali, ma anche della governance aziendale sostanziale e del dialogo con gli azionisti. Obiettivi inappropriati o spiegazioni insufficienti possono aumentare il rischio di controversie legali, anche in presenza di una risoluzione dell’assemblea degli azionisti.
Criteri per la valutazione di un equo importo di sottoscrizione e punti di attenzione nella pratica aziendale in Giappone
La valutazione di un “importo particolarmente vantaggioso” si effettua confrontandolo con il valore equo delle azioni.
Nel caso di società quotate, esiste un prezzo di mercato che funge da riferimento. Generalmente, si ritiene che un prezzo non sia considerato vantaggioso se è superiore al 90% del prezzo di mercato del giorno precedente la risoluzione del consiglio di amministrazione. Per le società quotate, le “Linee guida per il trattamento dell’aumento di capitale mediante allocazione a terzi” pubblicate dalla Japan Securities Dealers Association costituiscono un importante criterio pratico. Queste linee guida stabiliscono che “l’importo della sottoscrizione deve essere almeno pari al 90% del valore delle azioni al giorno precedente la risoluzione del consiglio di amministrazione relativa all’emissione delle azioni (o, in assenza di transazioni in tale data, il valore più recente prima di tale data)”. Si considera anche un importo pari al 90% della media dei prezzi degli ultimi sei mesi.
Per le società non quotate, non essendoci un prezzo di mercato, si utilizzano vari metodi di valutazione per determinare il valore equo delle azioni. I principali metodi di valutazione includono:
- Metodo di confronto con settori simili: si valutano le azioni confrontando il prezzo delle azioni di imprese quotate simili, tenendo conto di dividendi, utili e valore netto degli attivi. È spesso applicato a grandi e medie imprese.
- Metodo del valore netto degli attivi: si valutano le azioni sulla base del valore netto degli attivi dell’azienda, sottraendo i debiti dal totale degli attivi. È spesso applicato a piccole imprese o a società con particolari attivi.
- Metodo del rendimento dei dividendi: si valutano le azioni sulla base dei dividendi ricevuti dagli azionisti. Può essere utilizzato per valutare le azioni detenute da azionisti di minoranza.
Questi metodi di valutazione vengono scelti in base alle dimensioni e alle caratteristiche dell’azienda, nonché allo scopo della valutazione, e non esiste un criterio unico e chiaro. Pertanto, è estremamente importante determinare il prezzo di emissione attraverso un metodo di calcolo ragionevolmente oggettivo e basato su dati concreti.
La valutazione di un equo importo di sottoscrizione varia notevolmente tra società quotate e non quotate. In particolare, per le società non quotate, una sentenza della Prima Piccola Sezione della Corte Suprema del 19 febbraio 2015 (2015) ha fornito un’interpretazione innovativa. Questa sentenza ha riconosciuto che esistono diversi metodi per calcolare il valore delle azioni di società non quotate e che non esiste un criterio chiaro, e che la valutazione include elementi di giudizio con un certo grado di variabilità, come i futuri profitti. Di conseguenza, la Corte ha stabilito che non è appropriato che un tribunale utilizzi metodi di valutazione alternativi o valori previsionali diversi per giudicare retrospettivamente se l’importo è “particolarmente vantaggioso”, se il consiglio di amministrazione ha determinato il prezzo di emissione utilizzando un metodo di calcolo ragionevolmente oggettivo basato su dati concreti.
Questa sentenza implica che, in sede legale, non si dovrebbe semplicemente contestare il “valore di valutazione appropriato” a posteriori, ma piuttosto il “processo” attraverso il quale il consiglio di amministrazione ha raggiunto la decisione sul prezzo e la “ragionevolezza dei dati di base” diventano il punto focale della disputa legale. Questo giudizio sottolinea l’importanza, nella pratica aziendale, che il consiglio di amministrazione conduca il processo di determinazione del prezzo con maggiore cautela e registri chiaramente le sue basi. Ciò ha un impatto diretto sul modo in cui le società non quotate conducono la due diligence quando emettono azioni a condizioni vantaggiose, aumentando la necessità per le imprese di preparare non solo una determinazione del prezzo, ma anche rapporti di valutazione dettagliati e verbali delle discussioni del consiglio di amministrazione per dimostrare che il prezzo è “ragionevolmente oggettivo”. Questo è essenziale per ridurre il rischio di future dispute legali.
Analisi dei Principali Precedenti Giurisprudenziali Riguardanti l’Emissione Vantaggiosa sotto il Diritto Societario Giapponese
La giurisprudenza della Corte Suprema sulle emissioni vantaggiose di azioni da parte di società non quotate: decisione della Prima Piccola Sezione della Corte Suprema del 19 febbraio 2015 (2015)
Questa sentenza ha affrontato la questione se il prezzo di sottoscrizione delle nuove azioni emesse da una società non quotata in borsa potesse essere considerato “particolarmente vantaggioso”. Nei gradi inferiori di giudizio, i tribunali avevano ritenuto che ci fosse una significativa discrepanza tra il valore equo calcolato dalla corte e il prezzo di emissione, giudicando quindi l’emissione come vantaggiosa.
Tuttavia, la Corte Suprema del Giappone ha osservato che esistono diversi metodi per la valutazione del prezzo delle azioni di una società non quotata e che non vi è uno standard chiaro, oltre al fatto che la valutazione include una varietà di fattori, come le prospettive di guadagno futuro. Di conseguenza, la Corte ha stabilito che non è appropriato che i tribunali utilizzino metodi di valutazione alternativi o diversi valori previsionali per giudicare retrospettivamente se il prezzo di emissione fosse “particolarmente vantaggioso”, poiché ciò danneggerebbe la prevedibilità per gli amministratori.
La decisione sottolinea l’importanza del processo attraverso il quale gli amministratori di una società non quotata calcolano il valore equo delle nuove azioni e la necessità di basarsi su dati oggettivi. Questo ha aumentato la necessità per gli amministratori di prepararsi a spiegare retrospettivamente la razionalità della determinazione del prezzo.
Esempio di emissione di nuove azioni ritenuta notevolmente ingiusta: decisione del Tribunale Distrettuale di Kyoto del 28 marzo 2018 (Caso Amita Holdings)
In questo caso, un azionista che aveva acquisito oltre il 25% delle azioni di una società si trovava in conflitto con la stessa, mentre la società tentava di emettere nuove azioni a terzi per scopi di finanziamento. L’azionista ha richiesto un’ingiunzione per fermare l’emissione.
Il tribunale ha riconosciuto che l’obiettivo principale dell’emissione di nuove azioni era il mantenimento del controllo da parte dell’attuale management. Ha inoltre stabilito che, anche se si fosse ottenuta una risoluzione speciale dell’assemblea degli azionisti, la mancanza di una spiegazione adeguata riguardo alle ragioni dell’emissione costituiva un metodo “notevolmente ingiusto” di emissione, accogliendo quindi la richiesta di ingiunzione dell’azionista.
Questa decisione chiarisce che, anche se formalmente si ottiene una risoluzione speciale dell’assemblea degli azionisti, l’emissione di nuove azioni può essere considerata illegale se il vero scopo è il mantenimento ingiusto del controllo o se le spiegazioni fornite agli azionisti sono insufficienti. Ciò sottolinea l’importanza per i direttori di chiarire lo scopo dell’emissione di nuove azioni e di adempiere al loro dovere di fornire informazioni adeguate e spiegazioni agli azionisti.
Giurisprudenza sulla tassazione delle emissioni azionarie vantaggiose: Decisione della Corte Suprema del 24 febbraio 2017 (2017) (Caso Shin-Kobe Trading) e Sentenza del Tribunale Superiore di Tokyo del 15 dicembre 2010
Il caso Shin-Kobe Trading riguarda la tassazione dei benefici ricevuti da Shin-Kobe Trading in seguito all’acquisizione di azioni di una sussidiaria in Thailandia, considerate azioni emesse a condizioni vantaggiose secondo la legge giapponese sulle imposte sul reddito delle società.
La Corte Suprema del Giappone ha respinto la richiesta di appello di Shin-Kobe Trading, confermando così la sua sconfitta. Di conseguenza, è stata mantenuta la decisione che la differenza tra il valore di mercato delle azioni e l’importo versato costituisce “l’importo del profitto” ai sensi dell’articolo 22, paragrafo 2, della legge giapponese sulle imposte sul reddito delle società, e viene tassata come beneficio ricevuto. Questa sentenza indica la possibilità che si verifichi la tassazione delle emissioni azionarie vantaggiose quando una società madre effettua un aumento di capitale in una sussidiaria straniera soggetta a regolamentazione degli investimenti esteri, sottoscrivendo al valore nominale.
Anche la sentenza del Tribunale Superiore di Tokyo del 15 dicembre 2010 ha affrontato la questione fiscale relativa agli acquirenti in un’emissione di nuove azioni, in particolare se la differenza tra il valore di mercato delle azioni e l’importo versato costituisca “l’importo del profitto” secondo la legge giapponese sulle imposte sul reddito delle società.
Queste sentenze dimostrano che l’emissione vantaggiosa di azioni non è solo una questione della legge societaria giapponese, ma ha anche un impatto significativo sulla legge fiscale giapponese (legge sulle imposte sul reddito delle società). Anche se le procedure secondo la legge societaria sono state adeguate, l’autorità fiscale può considerare la differenza tra il valore di mercato delle azioni e l’importo versato come un beneficio ricevuto e imporre una tassazione. È particolarmente importante che questo problema emerga in situazioni specifiche come l’aumento di capitale in una sussidiaria straniera soggetta a regolamentazione degli investimenti esteri. Ciò suggerisce che i criteri per determinare un’emissione vantaggiosa secondo la legge societaria e quelli secondo la legge fiscale (in particolare il metodo di valutazione del valore di mercato) potrebbero non coincidere sempre. Pertanto, nelle transazioni internazionali, è necessario considerare attentamente non solo la legalità delle procedure secondo la legge societaria, ma anche i rischi fiscali. Anche un’emissione vantaggiosa legalmente valida secondo la legge societaria può portare a un’imprevista e onerosa imposizione fiscale se si trascura il rischio fiscale. Questo sottolinea fortemente la necessità per le imprese di cercare una consulenza complessiva e coordinata da esperti legali e fiscali quando formulano strategie di finanziamento.
Responsabilità Legale e Rimedi per l’Emissione di Azioni a Condizioni Inequamente Vantaggiose secondo il Diritto Societario Giapponese
Quando si verifica un’emissione di azioni a condizioni inequamente vantaggiose, il diritto societario giapponese stabilisce molteplici responsabilità legali e rimedi. Questi sono progettati per bilanciare la protezione degli azionisti con la stabilità dell’organizzazione aziendale.
La Responsabilità per Danni dei Direttori verso la Società
Se un direttore manca ai suoi doveri e causa danni alla società, è tenuto a risarcire la società per i danni (articolo 423, comma 1 del diritto societario giapponese). Nel caso di un’emissione di azioni a condizioni inequamente vantaggiose, ad esempio l’emissione di nuove azioni a un prezzo vantaggioso senza la speciale risoluzione dell’assemblea degli azionisti, il direttore può essere tenuto a risarcire la società per la differenza tra l’importo equo versato e il prezzo di sottoscrizione delle azioni emesse. Inoltre, gli azionisti che hanno sottoscritto azioni a un prezzo significativamente ingiusto possono essere obbligati a pagare la differenza rispetto all’importo equo versato.
Richiesta di Sospensione dell’Emissione di Nuove Azioni
Se l’emissione di nuove azioni non ha ancora avuto effetto, gli azionisti possono richiedere alla società di interrompere tale emissione se è in violazione delle leggi o dello statuto, o se è stata effettuata con metodi significativamente ingiusti (articolo 210 del diritto societario giapponese). Questa richiesta funziona come un rimedio preventivo per correggere l’illegalità o l’ingiustizia prima che l’emissione sia eseguita. Questa opportunità di richiesta di sospensione è particolarmente importante dal punto di vista della protezione degli azionisti, specialmente nelle società non quotate, dove non esiste l’obbligo di notifica o pubblicazione agli azionisti.
Azione per l’Invalidità dell’Emissione di Nuove Azioni
Dopo che l’emissione di nuove azioni ha avuto effetto, per affermare la sua invalidità è necessario intraprendere un’azione legale per l’invalidità dell’emissione di nuove azioni (articolo 828, comma 1, punto 2 del diritto societario giapponese). Questa azione è soggetta a un rigoroso termine perentorio per la presentazione: per le società quotate, entro sei mesi dalla data in cui l’emissione di azioni ha avuto effetto; per le società non quotate, entro un anno dalla stessa data (articolo 828, comma 1, punto 2 del diritto societario giapponese). Questo limite temporale è stabilito per proteggere la stabilità delle numerose relazioni legali che si formano dopo l’emissione di nuove azioni.
L’azione per l’invalidità dell’emissione di nuove azioni è ammessa solo in presenza di “gravi difetti” nella procedura di emissione. Ad esempio, l’emissione di un numero di azioni che supera il totale autorizzato, l’emissione di azioni di una categoria non prevista dallo statuto, e in particolare nelle società non quotate, la mancanza di una speciale risoluzione dell’assemblea degli azionisti. Per quanto riguarda le società quotate, l’assenza di una risoluzione del consiglio di amministrazione non costituisce un motivo di invalidità se effettuata dal rappresentante del consiglio di amministrazione, come stabilito da alcuni precedenti giurisprudenziali (sentenza della Corte Suprema del 31 marzo 1961, sentenza del Tribunale Distrettuale di Tokyo del 29 ottobre 2008). Tuttavia, una sentenza del Tribunale Superiore di Tokyo del 15 luglio 2020 ha stabilito che i precedenti sotto l’antico codice commerciale non si applicano ai casi regolati dall’attuale diritto societario, e, data l’importanza attribuita dalla legge vigente alla protezione degli interessi degli azionisti esistenti nelle società non quotate, la mancanza di una risoluzione dell’assemblea degli azionisti costituisce un motivo di invalidità. L’effetto di una sentenza di invalidità si estende anche ai terzi, ma ha effetto solo per il futuro e non ha effetto retroattivo (articoli 838 e 839 del diritto societario giapponese).
Questi rimedi non esistono semplicemente in parallelo, ma formano un sistema gerarchico con scopi e funzioni diversi. La richiesta di sospensione è preventiva, l’azione per l’invalidità dell’emissione di nuove azioni è un rimedio finale per correggere gravi illegalità mantenendo la stabilità legale post-fatto, e la responsabilità dei direttori mira a sanzionare coloro che hanno commesso atti illeciti e a compensare la società. Questa gerarchia indica come il diritto societario giapponese cerca di bilanciare la stabilità delle attività aziendali con la protezione degli azionisti. Il sistema enfatizza l’importanza per le imprese di valutare attentamente i rischi legali fin dalla fase di pianificazione dell’emissione di nuove azioni e di seguire le procedure appropriate. Per gli azionisti, suggerisce che la scelta del momento e dei mezzi per esercitare i propri diritti può avere un impatto significativo sui risultati.
Riassunto: Specializzazione e Supporto del Monolith Law Office
La questione dell’emissione di azioni a condizioni particolarmente vantaggiose secondo la legge societaria giapponese rappresenta un mezzo cruciale per la raccolta di capitali per le imprese, ma comporta al contempo sfide legali estremamente complesse, dalla definizione ai procedimenti decisionali, dalla valutazione del giusto valore alle responsabilità legali correlate. In particolare, la legalità di tali operazioni è sempre rigorosamente valutata alla luce della protezione degli interessi degli azionisti esistenti e del principio di parità tra gli azionisti. Procedure inappropriate o finalità scorrette possono portare a conseguenze gravi, come dispute legali, responsabilità per danni e persino l’annullamento dell’emissione di nuove azioni.
Monolith Law Office possiede un’ampia esperienza e conoscenza specialistica nel diritto societario giapponese, in particolare per quanto riguarda l’emissione di azioni e le emissioni a condizioni vantaggiose, avendo assistito numerosi clienti in Giappone. Dalle società quotate a quelle non quotate, forniamo consulenza pratica per supportare al massimo le strategie aziendali dei clienti in situazioni quali raccolta di capitali, fusioni e acquisizioni (M&A) e successione aziendale, minimizzando i rischi legali.
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