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Problemi particolari nel diritto d'autore giapponese: la protezione delle arti applicate, dei personaggi e dei caratteri tipografici

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Problemi particolari nel diritto d'autore giapponese: la protezione delle arti applicate, dei personaggi e dei caratteri tipografici

La legge giapponese sul diritto d’autore (Japanese Copyright Law) offre un ampio quadro per la protezione delle espressioni creative. Tuttavia, il suo ambito di applicazione può generare questioni complesse nelle aree in cui arte, commercio e informazione pubblica si intersecano. Per le aziende coinvolte nella progettazione di prodotti, nella costruzione di marchi e nella produzione di contenuti, comprendere queste particolari “zone grigie” del diritto d’autore giapponese è essenziale per proteggere la propria proprietà intellettuale e, al contempo, evitare rischi legali. Questo articolo esamina alcuni temi critici dove i concetti ordinari di copyright potrebbero non essere sempre applicabili. In primo luogo, la protezione dell'”arte applicata”, che bilancia funzionalità pratica e valore estetico. In secondo luogo, la protezione dei “personaggi”, che in Giappone possiede un quadro legale unico e diverso dal riconoscimento internazionale. Terzo, la questione sorprendente dei “caratteri tipografici” (design dei font), che in linea di principio sono esclusi dalla protezione del copyright. Infine, le “opere non soggette a diritti d’autore” che sono escluse intenzionalmente dalla protezione per l’interesse pubblico. Basandosi sugli articoli della legge giapponese sul diritto d’autore e su importanti precedenti giuridici, questo articolo fornisce un’analisi specialistica di queste questioni particolari e mira a offrire linee guida pratiche per i dirigenti aziendali e i responsabili legali.

I confini tra le arti applicate e la protezione del diritto d’autore in Giappone

Le arti applicate si riferiscono a opere d’arte applicate o incarnate in oggetti pratici. Questo crea una tensione fondamentale nel diritto della proprietà intellettuale giapponese, poiché tali oggetti possono essere protetti sia dal diritto d’autore giapponese che dal diritto dei disegni e modelli industriali del Giappone. Il diritto dei disegni e modelli industriali giapponese mira a proteggere l’aspetto estetico di prodotti industriali che possono essere prodotti in massa e richiede la registrazione per la protezione, con una durata più breve rispetto al diritto d’autore. L’intersezione di queste due leggi è stata al centro del dibattito sulla natura delle opere d’arte applicate.

Storicamente, i tribunali giapponesi hanno applicato criteri rigorosi alla natura delle opere d’arte applicate, spesso definiti come la “teoria dell’equivalenza con l’arte pura”. Secondo questo standard, affinché un oggetto d’arte applicata sia protetto come “opera d’arte” ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, punto 1 della legge giapponese sul diritto d’autore, deve possedere una creatività estetica di alto livello, tale da poter essere apprezzato esteticamente come un’opera d’arte pura, indipendentemente dalla sua funzione pratica. Questo alto ostacolo significava che la maggior parte dei disegni industriali era esclusa dalla protezione del diritto d’autore.

Tuttavia, questa situazione è cambiata radicalmente con la sentenza del 2015 della Corte Suprema di Proprietà Intellettuale giapponese nel famoso caso della sedia per bambini “TRIPP TRAPP”. La Corte ha stabilito che non si dovrebbe applicare uniformemente un alto standard di creatività alle arti applicate. Invece, il criterio generale per determinare la natura dell’opera, ovvero se l'”individualità” del creatore è espressa, dovrebbe essere applicato. Inoltre, la Corte ha chiaramente affermato che il fatto che un oggetto possa essere protetto dal diritto dei disegni e modelli industriali giapponesi non è una ragione valida per applicare uno standard più rigoroso sotto il diritto d’autore giapponese. Questo perché le due leggi hanno scopi diversi. La sentenza suggerisce che il ruolo tradizionale della giurisprudenza, di agire come un “guardiano” che separa rigidamente i domini del diritto dei disegni e modelli industriali e del diritto d’autore, si è spostato verso un’analisi più pratica e specifica del caso. Di conseguenza, anche i prodotti funzionali non sono più automaticamente esclusi dalla protezione del diritto d’autore.

Nell’interpretazione attuale, spesso si considera se le caratteristiche estetiche possono essere “separate” concettualmente dagli aspetti funzionali. Se la scelta del design è dettata esclusivamente da esigenze funzionali, non viene riconosciuta la creatività; tuttavia, se riflette scelte estetiche e individualità del creatore oltre la necessità funzionale, l’opera può essere riconosciuta come protetta dal diritto d’autore. Questo approccio rende una strategia di protezione doppia tramite registrazione di disegni e modelli industriali e diritto d’autore un’opzione più realistica per le aziende, ma introduce anche una complessità. Nel caso della sentenza TRIPP TRAPP, la natura dell’opera della sedia è stata riconosciuta, ma l’infrazione dei diritti è stata negata a causa di differenze strutturali significative con il prodotto accusato. Questo indica che, sebbene sia più facile ottenere il riconoscimento della natura dell’opera, l’ambito della protezione potrebbe essere limitato a espressioni creative specifiche e interpretato più strettamente. Pertanto, il diritto dei disegni e modelli industriali giapponesi rimane un mezzo importante per garantire una protezione ampia nel campo della protezione del design del prodotto.

Di seguito è riassunta la differenza tra il sistema della legge giapponese sul diritto d’autore e quello della legge giapponese sui disegni e modelli industriali per quanto riguarda la protezione delle arti applicate.

Legge giapponese sul diritto d’autoreLegge giapponese sui disegni e modelli industriali
Oggetto di protezioneEspressione creativa di un’idea (individualità del creatore)Aspetto estetico di un “prodotto” industriale (forma, motivo, colore)
Origine del dirittoSi genera automaticamente al momento della creazione (principio di informalità)Richiesta di applicazione, esame e registrazione presso l’Ufficio Brevetti
Durata della protezioneIn linea di principio, 70 anni dopo la morte dell’autore25 anni dalla data di applicazione
Ambito del dirittoProibizione della riproduzione e simili di una specifica espressione creativaProibizione della produzione e vendita di disegni identici o simili
Principali vantaggiLunga durata della protezione, nessun costo di registrazione, protezione internazionale automatica tramite trattatiProtezione ampia che si estende anche ai disegni simili
Principali svantaggiProtezione incerta per oggetti funzionali, possibile ambito di protezione ristrettoDurata della protezione breve, registrazione costosa e lunga, necessità di novità

Lo Status Legale dei Personaggi e i Diritti di Merchandising Secondo il Diritto Giapponese

Nel diritto d’autore giapponese, la protezione dei personaggi si basa su una logica legale peculiare. Il principio centrale è che il “personaggio” in sé non è un’opera d’arte. La legge tutela l’espressione concreta e artistica del personaggio. Ad esempio, un insieme di immagini concettuali come “un topo coraggioso con grandi orecchie”, che comprende il carattere, il nome e l’immagine concettuale del personaggio, è considerato un’idea astratta. Il diritto d’autore giapponese protegge l'”espressione” delle idee, non le idee stesse.

Un caso fondamentale in questo ambito è la sentenza della Corte Suprema del 1997 (Heisei 9) sul “caso delle cravatte di Popeye”. Questo caso riguardava la vendita di cravatte che utilizzavano il personaggio di Popeye senza autorizzazione. La Corte Suprema ha stabilito una distinzione chiara. Primo, il concetto astratto del personaggio “Popeye” non è un’opera d’arte. Secondo, tuttavia, ogni singola immagine di Popeye disegnata nel fumetto originale (ogni vignetta) è considerata un’opera d’arte protetta dal diritto d’autore.

La sentenza ha anche stabilito un criterio per determinare la violazione dei diritti. Per dimostrare la violazione, non è necessario che l’imputato abbia copiato una specifica immagine identificabile. La violazione si verifica quando la rappresentazione dell’imputato si basa sull’opera originale e il pubblico può percepire direttamente le “caratteristiche essenziali” dell’espressione dell’opera originale. In altre parole, se qualcuno vede un prodotto contraffatto e lo riconosce come “quel personaggio” perché cattura le caratteristiche visive distintive dell’immagine originale, ciò costituisce una violazione del diritto d’autore.

Questo quadro legale ha un impatto diretto sulla commercializzazione dei personaggi e sul business delle licenze. Quando un’azienda “licenzia un personaggio” legalmente, in realtà sta concedendo il diritto di riprodurre un portafoglio di espressioni visive specifiche protette dal diritto d’autore (come guide di stile o key art) o di creare opere derivate. Questa struttura legale significa che la gestione della proprietà intellettuale di un personaggio non consiste nella protezione di un singolo diritto astratto del “personaggio”, ma nella gestione di un portafoglio composto da numerosi beni protetti dal diritto d’autore (immagini specifiche). Pertanto, è essenziale che le aziende proprietarie dei personaggi gestiscano con attenzione le espressioni visive specifiche che desiderano proteggere e concedere in licenza, utilizzando le guide di stile come strumenti legali per definire il loro ambito.

Inoltre, il periodo di protezione degli elementi di design fondamentali di un personaggio è legato al momento della prima pubblicazione dell’opera in cui il personaggio è apparso. Anche nel caso di Popeye, il tribunale ha esaminato la durata del diritto d’autore del fumetto originale per determinare se il design fondamentale fosse ancora all’interno del periodo di protezione.

Il Typeface (Carattere Tipografico) è un’Opera Protetta dal Diritto d’Autore?

Nel contesto del diritto d’autore giapponese, uno degli aspetti che spesso sorprende è il fatto che, in linea di principio, il design di un typeface (carattere tipografico, design del font) non è protetto dal diritto d’autore.

La decisione definitiva su questa questione è stata presa dalla Corte Suprema nel 2000 (Heisei 12) nel caso “Gona U”. Il querelante sosteneva che il typeface dell’imputato fosse una copia della propria famiglia di caratteri “Gona”. La Corte Suprema ha negato la protezione del diritto d’autore per ragioni politiche. In primo luogo, ha rilevato che un typeface è essenzialmente uno strumento con una funzione pratica di trasmissione delle informazioni, e il suo design è soggetto a notevoli restrizioni. In secondo luogo, riconoscere il diritto d’autore ai typefaces potrebbe richiedere l’autorizzazione per attività fondamentali di espressione come la pubblicazione e lo scambio di informazioni, contravvenendo così agli scopi del diritto d’autore, che è promuovere lo sviluppo culturale. Terzo, sotto il sistema giapponese di diritto d’autore, dove i diritti sorgono senza registrazione, riconoscere il diritto d’autore a innumerevoli typefaces con lievi differenze potrebbe complicare le relazioni di diritto e portare a confusione sociale.

Tuttavia, la Corte Suprema non ha completamente negato la protezione del diritto d’autore ai typefaces. Per essere eccezionalmente protetti, devono soddisfare due requisiti estremamente rigorosi: devono possedere un’originalità “notevolmente caratteristica” rispetto ai caratteri esistenti e devono avere caratteristiche estetiche tali da poter essere apprezzati come oggetto di arte visiva. Questo standard è molto elevato e significa sostanzialmente che la protezione si estende solo ai caratteri che sono più vicini a opere d’arte, come calligrafie altamente artistiche, piuttosto che a strumenti pratici di comunicazione.

È estremamente importante distinguere tra il “design” di un typeface (l’aspetto visivo delle lettere) e il “programma” del font (il file software utilizzato per rendere il carattere su un computer). Mentre il design del typeface non è protetto, il programma del font è chiaramente protetto come “opera del programma” ai sensi dell’articolo 10, paragrafo 1, punto 9 della legge giapponese sul diritto d’autore. Infatti, ci sono stati casi giudiziari in cui è stato ordinato di fermare la riproduzione e la distribuzione non autorizzata di software di font e di pagare i danni. Questa doppia struttura legale traccia una linea di demarcazione chiara tra l’uso e la riproduzione di un font. In altre parole, è legale imitare il design visivo di un font per creare un nuovo font (ad esempio, tracciandolo), ma è illegale copiare il file software che genera quel font. Pertanto, la strategia di esercizio dei diritti delle aziende che producono e vendono font deve concentrarsi non sulla somiglianza del design, ma sulla dimostrazione di violazioni del diritto d’autore del programma attraverso copie illegali del software.

Opere non soggette ai diritti d’autore secondo la legge giapponese

La legge giapponese sul diritto d’autore esclude intenzionalmente dalla protezione alcune categorie di opere, anche se potrebbero contenere elementi di creatività. Alla base di questa scelta vi è l’interesse pubblico di garantire che le informazioni essenziali per la società siano liberamente accessibili e utilizzabili senza restrizioni.

L’articolo 13 della legge giapponese sul diritto d’autore specifica quali opere non sono oggetto di diritti d’autore.

Il primo punto riguarda “la Costituzione e altre leggi”. Questo include leggi, decreti governativi, ordinanze ministeriali, regolamenti locali e trattati internazionali. Il secondo punto si riferisce a “notifiche, istruzioni, comunicazioni e altri documenti simili emessi da organi dello Stato o enti pubblici locali”. Questi sono documenti amministrativi ufficiali destinati a informare i cittadini. Il terzo punto include “sentenze, decisioni, ordini e giudizi dei tribunali”. Ciò rende i precedenti giuridici e le decisioni giudiziarie di dominio pubblico. Il quarto punto riguarda “traduzioni e redazioni di quanto sopra elencato, create da organi dello Stato o enti pubblici locali”. È importante notare che questa esclusione si applica solo alle traduzioni e redazioni “ufficiali” create da enti governativi. Le traduzioni delle leggi giapponesi realizzate da aziende private sono opere protette dal diritto d’autore. Questa disposizione è un punto di conformità cruciale per le aziende che utilizzano traduzioni di leggi e regolamenti: è sempre necessario verificare se il materiale tradotto proviene da un’entità governativa ufficiale o se si tratta di un bene protetto dal diritto d’autore creato dal settore privato.

D’altra parte, esistono documenti emessi dal governo che, pur non rientrando nell’articolo 13, sono comunque protetti dal diritto d’autore. Ad esempio, varie “relazioni bianche”, rapporti di ricerca e dati statistici rientrano in questa categoria. Questo perché non hanno forza legale, ma sono considerati opere creative realizzate con lo scopo di fornire informazioni.

In relazione a questo, l’articolo 10, paragrafo 2, della legge giapponese sul diritto d’autore stabilisce che “semplici notizie e reportage di attualità che si limitano a trasmettere fatti” non sono considerati opere d’autore. Ciò include dati sui prezzi delle azioni, previsioni meteorologiche, annunci di cambiamenti di personale, necrologi e altre descrizioni semplici di fatti privi di elementi creativi. Tuttavia, gli articoli di notizie generali sono considerati “opere letterarie” protette, in quanto la scelta del soggetto, la strutturazione e il metodo di espressione riflettono il giudizio creativo del giornalista. Queste disposizioni stabiliscono una distinzione chiara nel sistema legale tra “dati grezzi (non protetti)” e “prodotti finiti con valore aggiunto (protetti)”. Tale distinzione costituisce la base legale per i modelli di business nei settori dei servizi informativi e dell’analisi dei dati, dove il valore viene creato aggiungendo interpretazioni specialistiche o analisi originali ai dati grezzi.

Riassunto

Come abbiamo illustrato in questo articolo, i punti di discussione relativi all’arte applicata, ai personaggi, ai caratteri tipografici e alle opere che non sono soggette a diritti d’autore secondo la legge giapponese sulla proprietà intellettuale presentano molte complessità e spesso conducono a conclusioni controintuitive. La protezione dell’arte applicata può dipendere dalla presenza o meno di “individualità” del creatore, mentre i personaggi sono tutelati non come concetti astratti, ma attraverso la loro espressione concreta. Inoltre, mentre il design dei caratteri tipografici di per sé non è generalmente protetto, il software che li realizza può essere tutelato come opera d’autore, creando una struttura duale. Per navigare adeguatamente in questi ambiti specialistici è essenziale avere una profonda conoscenza specialistica. Lo studio legale Monolith possiede un’ampia esperienza nel fornire servizi legali su questi temi a una vasta gamma di clienti, sia nazionali che internazionali. Il nostro studio include anche diversi parlanti inglese con qualifiche legali straniere, permettendoci di offrire un supporto completo alle aziende che operano a livello internazionale per proteggere la proprietà intellettuale nel mercato giapponese e gestire i rischi legali.

Managing Attorney: Toki Kawase

The Editor in Chief: Managing Attorney: Toki Kawase

An expert in IT-related legal affairs in Japan who established MONOLITH LAW OFFICE and serves as its managing attorney. Formerly an IT engineer, he has been involved in the management of IT companies. Served as legal counsel to more than 100 companies, ranging from top-tier organizations to seed-stage Startups.

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