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Titolo dell'articolo: Utilizzo delle azioni di categoria nella legge societaria giapponese e raccolta di capitali

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Titolo dell'articolo: Utilizzo delle azioni di categoria nella legge societaria giapponese e raccolta di capitali

L’ambiente aziendale in Giappone è spesso considerato tradizionale, ma offre un quadro sofisticato e flessibile per la governance aziendale e la raccolta fondi attraverso l’uso strategico delle azioni di categoria. Queste azioni speciali, definite sotto la legge giapponese delle società, permettono alle imprese di adattare i diritti e gli obblighi degli azionisti per raggiungere obiettivi aziendali diversificati. Ciò include attrarre tipi specifici di investitori, proteggere il controllo gestionale e facilitare un passaggio generazionale fluido dell’impresa. Per le aziende e gli investitori stranieri che cercano di superare la complessità del mercato giapponese, comprendere questi strumenti polivalenti non è solo una questione di conformità legale, ma un’importante sfida strategica. Questo articolo spiega i fondamenti delle azioni di categoria nel diritto societario giapponese, le loro varie forme, l’applicazione pratica e il ruolo cruciale che la giurisprudenza giapponese ha avuto nel plasmare la loro implementazione.

Le basi delle azioni di categoria e la loro collocazione nel diritto societario giapponese

In Giappone, esiste un principio fondamentale secondo il quale tutte le azioni emesse da una società sono uguali in termini di diritti e obblighi. Tuttavia, il diritto societario giapponese stabilisce un’importante eccezione a questo principio, consentendo alle società di emettere “azioni di categoria”, le quali differiscono dalle azioni ordinarie per specifici aspetti dei loro contenuti. Questa flessibilità permette alle società di progettare la propria struttura di capitale in modo da soddisfare vari bisogni strategici, come attrarre determinati tipi di investitori, gestire il controllo societario o facilitare la successione aziendale.

L’articolo 108, paragrafo 1, del diritto societario giapponese stabilisce chiaramente che una società per azioni può emettere “due o più tipi di azioni con disposizioni diverse per le seguenti questioni” . Questa disposizione consente alle società di attribuire una varietà di diritti e condizioni alle azioni emesse, permettendo l’esistenza di più tipi di azioni. Questo articolo è anche la base per la definizione di società emittente azioni di categoria nell’articolo 2, numero 13, del diritto societario giapponese . Questo sistema flessibile consente alle società di differenziare intenzionalmente i diritti degli azionisti per raggiungere scopi specifici che non sarebbero realizzabili con sole azioni ordinarie.  

Le questioni per le quali è possibile stabilire disposizioni diverse ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 1, del diritto societario giapponese sono le seguenti. Questi punti forniscono un quadro legale completo per le società per regolare i diritti di controllo e gli interessi economici degli azionisti.

  • Distribuzione degli utili: è possibile stabilire metodi e condizioni per determinare l’importo dei beni da distribuire agli azionisti come dividendi.  
  • Distribuzione del patrimonio residuo: è possibile stabilire metodi e tipi di distribuzione del patrimonio residuo in caso di scioglimento della società.  
  • Questioni su cui gli azionisti possono esercitare il diritto di voto in assemblea: è possibile limitare le questioni su cui gli azionisti possono esercitare il diritto di voto o stabilire condizioni specifiche.  
  • Approvazione della società per l’acquisizione di azioni di categoria tramite trasferimento: è possibile richiedere l’approvazione della società per il trasferimento delle azioni.  
  • Diritto degli azionisti di richiedere alla società l’acquisto delle azioni di categoria: è possibile concedere agli azionisti il diritto di richiedere alla società di riacquistare le azioni.  
  • Diritto della società di acquisire azioni di categoria in presenza di determinate condizioni: è possibile concedere alla società il diritto di acquisire forzatamente le azioni in presenza di specifiche condizioni.  
  • Acquisizione di tutte le azioni di categoria da parte della società su decisione dell’assemblea degli azionisti: è possibile concedere alla società il diritto di acquisire tutte le azioni di una specifica categoria tramite una risoluzione dell’assemblea degli azionisti.  
  • Questioni che devono essere risolte in assemblea (nel caso di società con consiglio di amministrazione, sia in assemblea che dal consiglio di amministrazione; nel caso di società in liquidazione, sia in assemblea che dal collegio dei liquidatori), per le quali, oltre alla suddetta risoluzione, è necessaria la risoluzione di un’assemblea degli azionisti di categoria: è possibile richiedere, per determinate questioni importanti, una risoluzione dell’assemblea degli azionisti di categoria oltre alla normale risoluzione dell’assemblea degli azionisti.  
  • Elezione di amministratori o revisori contabili in un’assemblea degli azionisti di categoria: è possibile concedere agli azionisti di una specifica categoria il diritto di eleggere amministratori o revisori contabili.  

Questi punti rappresentano un potente strumento per le società per affinare la propria struttura di capitale. Ad esempio, combinando disposizioni relative alla “distribuzione degli utili” con “limitazioni del diritto di voto”, è possibile progettare azioni privilegiate per investitori che non cercano un coinvolgimento nella gestione ma si aspettano un alto ritorno economico. In questo modo, le azioni di categoria consentono alle società di impostare in modo flessibile l’equilibrio tra controllo societario e benefici economici in base alle specifiche esigenze aziendali.

L’utilizzo delle azioni con diritti di voto limitati nel diritto societario giapponese

Azioni con diritti di voto limitati e l’uguaglianza degli azionisti

Le azioni con diritti di voto limitati sono una categoria di titoli che presentano restrizioni nell’esercizio dei diritti di voto nelle assemblee degli azionisti. L’obiettivo principale di queste azioni è permettere ai dirigenti esistenti o a determinati azionisti di mantenere il controllo della gestione aziendale, facilitando al contempo la raccolta di capitali. Ad esempio, una startup che necessita di ingenti finanziamenti può utilizzare questo tipo di azioni per ottenere investimenti esterni senza diluire i diritti di voto. Gli investitori, in cambio della limitazione dei diritti di voto, possono godere di benefici economici come il diritto a dividendi prioritari. Questo rappresenta una soluzione diretta per conciliare gli obiettivi apparentemente contraddittori di iniezione di capitale e mantenimento del controllo.

Questo tipo di azioni trova fondamento legale nell’articolo 108, paragrafo 1, punto 3 della Legge sulle Società del Giappone (日本の会社法第108条第1項第3号). Tale articolo consente di stabilire disposizioni diverse per l’esercizio dei diritti di voto in assemblea. La limitazione dei diritti di voto può essere applicata a questioni specifiche (ad esempio, la nomina dei direttori) o estendersi a tutte le questioni.

Tuttavia, quando una società quotata emette azioni con diritti di voto limitati, è soggetta a importanti restrizioni imposte dall’articolo 115 della Legge sulle Società del Giappone (日本の会社法第115条). Questo articolo stabilisce che “quando il numero di azioni con diritti di voto limitati supera la metà del totale delle azioni emesse, la società deve immediatamente adottare le misure necessarie per ridurre il numero di tali azioni a meno della metà del totale”. Questa disposizione funziona come un meccanismo di “check and balance” per prevenire un controllo eccessivo da parte di specifici azionisti nelle società quotate e per mantenere un certo grado di uguaglianza tra gli azionisti. Anche se la violazione di questo obbligo non invalida l’emissione delle azioni, impone alla società l’obbligo di adottare misure correttive. Ciò significa che, mentre le società non quotate godono di maggiore libertà, le società quotate si trovano di fronte a restrizioni legali che promuovono la democrazia azionaria e influenzano le decisioni sulla struttura del capitale.

Casi giurisprudenziali rilevanti in Giappone

Un importante precedente giuridico relativo all’emissione di azioni con diritti di voto limitati è la decisione del Tribunale Distrettuale di Tokyo del 17 gennaio 2012 (caso della Sogo Building Center Co., Ltd.). In questo caso, una società con restrizioni sulla trasferibilità di tutte le azioni ha emesso nuove azioni (20.000 azioni ordinarie) senza una risoluzione dell’assemblea degli azionisti, e un azionista ha richiesto un’ingiunzione provvisoria per vietare l’esercizio dei diritti di voto su quelle nuove azioni. Il tribunale ha stabilito che l’assenza di una risoluzione dell’assemblea degli azionisti per decidere le condizioni dell’offerta costituisce un motivo di invalidità dell’emissione di tali azioni e ha riconosciuto l’invalidità dell’emissione delle nuove azioni, concedendo l’ingiunzione provvisoria per proibire l’esercizio dei diritti di voto. Questo caso evidenzia l’importanza della risoluzione dell’assemblea degli azionisti nell’emissione di nuove azioni e come un difetto in tale risoluzione possa influenzare l’esercizio dei diritti di voto associati alle azioni emesse. Dimostra che, per godere della flessibilità offerta dalle azioni di categoria speciale, è essenziale rispettare procedure rigorose e che, in presenza di irregolarità procedurali, i tribunali possono intervenire per proteggere i diritti degli azionisti.

L’utilizzo delle Azioni con Diritto di Veto (Golden Shares) in Giappone

Le azioni con diritto di veto, comunemente note come “golden shares”, sono un tipo di azioni molto potente che permette a un determinato azionista di esercitare un diritto di veto de facto su decisioni cruciali dell’azienda. Queste azioni manifestano il loro potere richiedendo che, oltre alla risoluzione dell’assemblea generale degli azionisti o del consiglio di amministrazione, sia necessaria anche l’approvazione di un’assemblea speciale degli azionisti detentori delle golden shares per determinate decisioni (Articolo 108, Paragrafo 1, Punto 8 della Legge sulle Società Giapponese). In altre parole, senza l’approvazione dei detentori delle golden shares, la proposta non verrà accettata. Questo meccanismo consente anche a una minoranza di azioni di esercitare un’influenza decisiva in momenti critici della gestione aziendale.  

L’uso strategico delle golden shares è vario. Il caso più comune è quello di utilizzarle come misura difensiva contro le acquisizioni ostili. Ad esempio, un fondatore che mantiene una minoranza di golden shares può continuare a detenere il controllo dell’azienda anche dopo il suo ritiro, impedendo acquisizioni indesiderate o trasferimenti di attività. Inoltre, in situazioni di successione aziendale, un dirigente uscente può trasferire le azioni ordinarie al successore mantenendo le golden shares, preservando così un potere di deterrenza sulla gestione del successore e fungendo da “valvola di sicurezza” nelle decisioni di gestione cruciali. Tra le questioni che possono essere regolate dalle golden shares ci sono la nomina e la revoca di amministratori e amministratori delegati, la determinazione della remunerazione degli amministratori, trasferimenti di attività, fusioni, cessioni di beni, prestiti di grandi dimensioni, emissione di nuove azioni e cambiamenti significativi nell’organizzazione. Questa forte concentrazione di potere di controllo può offrire un vantaggio strategico, ma comporta anche rischi di governance.  

Tuttavia, l’esercizio delle golden shares comporta anche dei rischi. Questo potente strumento può talvolta permettere ai dirigenti di esercitare una “dittatura” basata su giudizi personali, ostacolando proposte di M&A o di affari preziose per l’azienda. Inoltre, se le golden shares passano a eredi diversi dal successore designato, possono sorgere rischi di disordine nella gestione aziendale. Pertanto, il loro utilizzo richiede un’attenta valutazione e progettazione, limitando l’ambito del diritto di veto a questioni cruciali per l’azienda.  

Utilizzo delle azioni con clausola di riacquisto nel diritto societario giapponese

Panoramica delle azioni con clausola di riacquisto

Le azioni con clausola di riacquisto sono una tipologia di azioni che permette alla società per azioni, previa definizione nello statuto, di riacquistare tali azioni senza il consenso dell’azionista, qualora si verifichino determinate condizioni (“cause di riacquisto”). Questo significa che la società ha il diritto di riacquistare forzatamente le azioni dagli azionisti. La contropartita per il riacquisto può essere denaro, obbligazioni della società, diritti di opzione per nuove azioni, o altri tipi di azioni, come stabilito nello statuto. Questo sistema è in contrasto con le azioni che conferiscono all’azionista il diritto di richiedere il riacquisto da parte della società, in quanto permette alla società di esercitare unilateralmente il diritto di riacquisto.

Questo tipo di azioni ha una base legale nell’articolo 108, paragrafo 1, punto 6 della Legge sulle Società del Giappone. Le cause di riacquisto possono includere “l’arrivo di una data specificata dalla società” o “la perdita di una posizione specifica da parte di un azionista”. Quando la società esercita il diritto di riacquisto, deve acquisire tutte le azioni interessate alla data di riacquisto e, dopo che l’effetto diventa effettivo, deve annunciare o notificare senza indugio agli azionisti che la causa di riacquisto si è verificata (Legge sulle Società del Giappone, articolo 170).

Obiettivi dell’utilizzo delle azioni con clausola di riacquisto

Le azioni con clausola di riacquisto sono utilizzate per vari scopi strategici.

  • Strategie di successione aziendale: in presenza di più candidati alla successione, è possibile emettere azioni con clausola di riacquisto a tutti i candidati e, una volta scelto il successore, convertire solo le sue azioni in azioni ordinarie, mentre le azioni degli altri candidati vengono scambiate con azioni prive di diritto di voto o con denaro, facilitando così un passaggio di leadership senza intoppi. Inoltre, alla morte del presidente proprietario, la società può riacquistare le azioni disperse e concentrarle sul successore. Questo rappresenta uno strumento potente per gestire efficacemente la proprietà aziendale e facilitare il passaggio generazionale.
  • Raccolta fondi: le azioni possono essere emesse come alternativa alle obbligazioni e riacquistate in cambio di denaro al momento del rimborso, oppure possono essere emesse come azioni senza diritto di voto ma con diritto a dividendi preferenziali, per poi essere convertite in azioni ordinarie in seguito. Questo permette alla società di costruire una struttura di capitale flessibile in linea con specifiche esigenze di finanziamento.
  • Esclusione degli azionisti (squeeze-out): possono essere utilizzate per riacquistare forzatamente le azioni da azionisti indesiderati o da investitori che hanno raggiunto un determinato obiettivo. Ad esempio, possono essere applicate durante un Management Buyout (MBO) o la riorganizzazione degli azionisti in caso di ristrutturazione aziendale. Ciò significa che la società ha la capacità di gestire attivamente la proprietà e di escludere azionisti non necessari.
  • M&A e ristrutturazione aziendale: come parte di una riorganizzazione aziendale, possono essere utilizzate per riacquistare forzatamente determinate azioni e riorganizzare la struttura del capitale. Questo semplifica la struttura del capitale in transazioni M&A complesse e accelera il processo di integrazione.

Nel procedimento di riacquisto delle azioni con clausola di riacquisto, non è possibile fornire una contropartita che superi l’importo distribuibile alla data di riacquisto. Tuttavia, non vi sono limiti all’importo distribuibile se la contropartita è costituita da azioni della società emittente. Questo vincolo rappresenta un importante equilibrio per proteggere la solidità finanziaria della società e garantire gli interessi economici degli azionisti.

Casi giuridici rilevanti in Giappone

Per quanto riguarda la determinazione del prezzo di riacquisto delle azioni con clausola di riacquisto, è richiesta una valutazione equa del prezzo da parte dei tribunali. Ad esempio, la decisione della Corte Suprema del 1° luglio 2016 (Heisei 28) ha annullato la valutazione del prezzo di riacquisto delle azioni con clausola di riacquisto effettuata dalla Corte d’Appello di Tokyo e ha stabilito un nuovo prezzo per azione. Inoltre, la decisione della Corte d’Appello di Tokyo del 6 ottobre 2020 (Reiwa 2) in un caso di appello contro la determinazione del prezzo di riacquisto delle azioni ha mantenuto il prezzo stabilito dalla decisione originale, tenendo conto dello spirito del principio di non peggioramento delle condizioni. Questi casi giuridici evidenziano l’importanza di una valutazione equa del prezzo quando la società esercita il diritto di riacquisto, al fine di garantire il recupero del capitale investito dagli azionisti. Ciò fornisce una garanzia agli investitori stranieri che, anche in caso di riacquisto forzato, il loro investimento sarà valutato equamente.

L’utilizzo delle azioni con diritto di richiesta di acquisto nel diritto societario giapponese

Le azioni con diritto di richiesta di acquisto sono una tipologia di azioni che permettono all’azionista di richiedere alla società per azioni l’acquisto delle proprie azioni. Questo significa che l’azionista ha il diritto di far riacquistare le proprie azioni dalla società secondo la propria volontà, in contrasto con le azioni con clausola di acquisizione, dove è la società a poter acquisire unilateralmente. Tale diritto ha una base legale nell’articolo 108, paragrafo 1, punto 5 della Legge sulle Società del Giappone (Japanese Companies Act). Questo meccanismo funziona come uno strumento per garantire liquidità e ridurre il rischio guidato dagli investitori.

Le azioni con diritto di richiesta di acquisto sono comunemente utilizzate come una “strategia di uscita” per gli investitori e come un mezzo flessibile di raccolta fondi per le imprese. Sebbene le azioni siano in linea di principio liberamente trasferibili, in particolare per le società non quotate, può essere difficile trovare un acquirente. In queste circostanze, la promessa della società di riacquistare le azioni può permettere agli investitori di investire con tranquillità. Ciò abbassa la soglia di investimento per gli investitori e facilita la raccolta di maggiori capitali per l’azienda.

Ecco alcuni esempi specifici di utilizzo:

  • Riduzione della soglia di investimento: Garantendo agli investitori la certezza del recupero dei capitali, si aumentano gli incentivi all’investimento. Ad esempio, concedendo il diritto di richiesta di acquisto su azioni che offrono dividendi preferenziali in cambio di diritti di voto limitati, gli investitori possono assicurarsi sia benefici economici che liquidità. Questo è un elemento chiave per investire con fiducia, specialmente in mercati non quotati con bassa liquidità.
  • Raccolta fondi flessibile: Le imprese possono facilitare la raccolta di capitali garantendo agli investitori un futuro riacquisto delle azioni. Questo permette alle imprese di attuare strategie di finanziamento flessibili in base a specifici progetti o fasi di crescita.
  • Incentivi per i dipendenti: Concedendo azioni ai dipendenti con il diritto di richiesta di acquisto, si garantisce che la società le riacquisterà in futuro, contribuendo così a migliorare la motivazione dei dipendenti e a trattenere talenti di valore. Questo diventa un incentivo per i dipendenti a detenere azioni e contribuire alla crescita dell’azienda.

Il corrispettivo per l’acquisto delle azioni con diritto di richiesta di acquisto può includere denaro, altri tipi di azioni, obbligazioni societarie, diritti di opzione su nuove azioni e altro, come stabilito nello statuto della società. Tuttavia, quando la società accetta la richiesta di acquisto, non può fornire un corrispettivo che superi l’importo distribuibile alla data della richiesta (articolo 166, paragrafo 1 della Legge sulle Società del Giappone). Questo limite all’importo distribuibile è una disposizione importante per proteggere la solidità finanziaria della società e mostra l’interazione tra le disposizioni legali e la realtà finanziaria, dove la capacità degli azionisti di esercitare i loro diritti dipende direttamente dalla situazione finanziaria dell’azienda.

Utilizzo delle Azioni con Clausola di Acquisizione Totale sotto il Diritto Giapponese

Panoramica delle Azioni con Clausola di Acquisizione Totale

Le azioni con clausola di acquisizione totale sono un tipo di azioni che permettono a una società per azioni, tramite una risoluzione speciale dell’assemblea degli azionisti, di acquisire coattivamente tutte le azioni di una determinata categoria emesse dalla società. Questo strumento potente consente alla società di “ripulire” una specifica categoria di azioni, trovando fondamento legale nell’articolo 108, paragrafo 1, punto 7 della Legge sulle Società Giapponesi. La contropartita per l’acquisizione può essere denaro, azioni di un’altra categoria, obbligazioni societarie, diritti di opzione per nuove azioni, e può essere stabilita nello statuto della società; in alcuni casi, è anche possibile impostare la contropartita come “nulla”. Questo sistema è posizionato come un mezzo finale per la ristrutturazione organizzativa aziendale o la concentrazione del controllo.

Questo sistema viene strategicamente utilizzato in scenari come:

  • Esclusione di azionisti minoritari (squeeze-out): La società può convertire tutte le azioni ordinarie in azioni con clausola di acquisizione totale e, successivamente, acquisirle tutte tramite una risoluzione speciale dell’assemblea degli azionisti, escludendo così coattivamente gli azionisti minoritari. Questo meccanismo viene utilizzato per accelerare il processo decisionale di gestione e prevenire interferenze da parte di specifici azionisti. È estremamente efficace nell’organizzare la composizione degli azionisti e migliorare l’efficienza gestionale.
  • Ricostruzione aziendale tramite una riduzione del capitale al 100%: Una società in sovraindebitamento può acquisire tutte le azioni degli azionisti esistenti e ridurre temporaneamente il capitale sociale a zero, facilitando così l’accettazione di nuovi investimenti da parte di sponsor. Questo rinnova la base finanziaria della società e apre la strada alla rigenerazione. È un mezzo cruciale per una ristrutturazione radicale quando la società è sull’orlo del fallimento.
  • Difesa da acquisizioni ostili: In caso di un’acquisizione ostile, la società può convertire le azioni detenute dall’acquirente in azioni con clausola di acquisizione totale e acquisirle coattivamente, fungendo da misura difensiva per impedire all’acquirente di ottenere il controllo gestionale. In questo caso, possono essere emesse azioni di categoria con limitazioni al diritto di voto come contropartita. Ciò permette alla società di proteggere il proprio controllo da acquirenti indesiderati.

Emissione e Acquisizione delle Azioni con Clausola di Acquisizione Totale

Per l’emissione e l’acquisizione delle azioni con clausola di acquisizione totale è necessaria una risoluzione speciale dell’assemblea degli azionisti. Una risoluzione speciale richiede la presenza di una maggioranza dei diritti di voto degli azionisti aventi diritto al voto e l’approvazione di almeno due terzi dei diritti di voto degli azionisti presenti. Ciò consente alla maggioranza degli azionisti di acquisire azioni contro la volontà degli azionisti minoritari. Alla data di acquisizione, la società acquisisce tutte le azioni con clausola di acquisizione totale e, senza indugio dopo l’entrata in vigore dell’efficacia, annuncia o notifica agli azionisti la ragione dell’acquisizione (articolo 170 della Legge sulle Società Giapponesi). Sebbene questo sistema conferisca un grande potere alla maggioranza, il suo esercizio richiede il rispetto di procedure rigorose.

Casi Giurisprudenziali Rilevanti in Giappone

Un importante caso giurisprudenziale relativo all’uso delle azioni con clausola di acquisizione totale per lo squeeze-out è la sentenza del Tribunale Superiore di Tokyo del 12 marzo 2015. Questa sentenza ha stabilito che, anche se le azioni emesse in relazione allo squeeze-out sono state emesse mentre era pendente una causa per l’annullamento della risoluzione dell’assemblea degli azionisti e non si può più contestarne la validità, il diritto di agire in giudizio per l’annullamento non si estingue. Inoltre, anche se viene adottata una nuova risoluzione dell’assemblea degli azionisti che ratifica tale risoluzione, il diritto di agire in giudizio non si estingue se la nuova risoluzione non è stata validamente adottata o se vi è il rischio che i diritti procedurali degli interessati siano pregiudicati. Questo caso sottolinea l’importanza del rigoroso rispetto delle procedure nel processo di squeeze-out utilizzando azioni con clausola di acquisizione totale e suggerisce che una risoluzione difettosa non è facilmente sanabile. Dimostra che, anche nell’esercizio di un potente controllo, la precisione delle procedure legali è di estrema importanza e che le imprese straniere che considerano misure simili in Giappone devono prestare la massima attenzione.

L’importanza strategica delle azioni di categoria e le considerazioni pratiche in Giappone

Il significato strategico delle azioni di categoria sotto la legge giapponese

Le azioni di categoria previste dal diritto societario giapponese offrono soluzioni estremamente flessibili e strategiche ai vari problemi di gestione che le imprese possono incontrare. I loro principali significati strategici includono:

  • Rafforzamento della governance aziendale: attraverso azioni con diritti di voto limitati o azioni con diritto di veto, è possibile per determinati azionisti (ad esempio, fondatori o investitori principali) mantenere il controllo gestionale pur ottenendo nuovi finanziamenti. Questo assicura stabilità e continuità gestionale e protegge dall’interferenza indesiderata esterna.
  • Miglioramento della flessibilità nel reperimento di fondi: emettendo azioni con diritto di dividendo preferenziale o azioni con diritto di riscatto, si possono offrire condizioni attraenti agli investitori e facilitare il finanziamento da diverse fonti. Questo è particolarmente importante per le startup e le imprese in crescita per assicurare il capitale necessario in modo efficiente.
  • Successione aziendale fluida: utilizzando azioni con diritto di veto o azioni con clausole di riscatto, è possibile trasferire il controllo gestionale ai successori in modo agevole, mantenendo l’influenza del precedente gestore per un certo periodo e prevenendo la dispersione delle azioni.
  • Strategie di M&A e difesa da acquisizioni ostili: le azioni con clausole di acquisizione totale funzionano come una potente misura difensiva contro l’esclusione di azionisti minoritari (squeeze-out), la ristrutturazione del capitale durante la ristrutturazione aziendale e le acquisizioni ostili. Ciò permette alle imprese di procedere agevolmente con M&A strategici o di prevenire trasferimenti indesiderati del controllo.

Nel considerare l’utilizzo delle azioni di categoria, le azioni con restrizioni di trasferimento (articolo 107, paragrafo 1, punto 1 della legge giapponese sulle società) diventano un concetto fondamentale per molte società private. Queste azioni, come suggerisce il nome, richiedono l’approvazione della società per il trasferimento, prevenendo efficacemente che persone indesiderate diventino azionisti e proteggendo la società da possibili takeover. La maggior parte delle piccole e medie imprese incorpora queste restrizioni nei loro statuti. L’introduzione di azioni con restrizioni di trasferimento può anche eliminare la necessità di un consiglio di amministrazione e estendere il mandato degli ufficiali fino a un massimo di 10 anni, contribuendo alla semplificazione e stabilizzazione della gestione aziendale. Questo tipo di azioni funziona come un meccanismo principale di protezione del controllo nelle società non quotate in Giappone e spesso costituisce la base per altre strategie di azioni di categoria.

Considerazioni pratiche in Giappone

Per l’introduzione e la gestione delle azioni di categoria, è essenziale una progettazione accurata dello statuto e il rigoroso rispetto delle procedure legali correlate. In particolare, è necessario prestare attenzione ai seguenti punti:

  • Chiarezza dello statuto: il contenuto delle azioni di categoria deve essere chiaramente definito nello statuto, e disposizioni ambigue possono causare conflitti futuri. Definire chiaramente l’ambito dei diritti e dei doveri è fondamentale per evitare problemi successivi.
  • Accordo tra azionisti: l’introduzione o la modifica delle azioni di categoria richiede una spiegazione adeguata e la formazione di un consenso tra gli azionisti esistenti. In particolare, le modifiche che influenzano i diritti esistenti non possono procedere senza la comprensione e la cooperazione degli azionisti.
  • Limitazioni dell’importo distribuibile: nel caso di azioni con diritto di riscatto o azioni con clausole di acquisizione che prevedono denaro come contropartita, è necessario comprendere che esistono limitazioni sull’importo distribuibile dalla società. Questo vincolo legale è inteso a mantenere la solidità finanziaria della società e significa che l’esercizio dei diritti degli azionisti può dipendere dalla situazione finanziaria della società.
  • Procedure di registrazione: è necessario eseguire correttamente le procedure di registrazione relative all’emissione, alla modifica del contenuto o all’acquisizione delle azioni di categoria. Qualsiasi inadeguatezza in queste procedure può sollevare dubbi sulla validità legale delle azioni.

Riassunto

Il sistema di azioni di categoria offerto dal diritto societario giapponese fornisce soluzioni estremamente pratiche e strategiche per le complesse sfide manageriali che le imprese devono affrontare. Le azioni con diritti di voto limitati consentono di bilanciare la raccolta di capitali e il mantenimento del controllo gestionale, mentre le azioni con diritto di veto permettono a determinati azionisti di esercitare un’influenza decisiva su questioni cruciali dell’azienda. Inoltre, le azioni con clausola di acquisizione consentono alle società di regolare la composizione degli azionisti secondo la loro direzione, mentre le azioni con diritto di richiesta di acquisizione garantiscono la liquidità per gli investitori. Le azioni con clausola di acquisizione totale sono uno strumento essenziale per l’esclusione di azionisti minoritari, la ristrutturazione aziendale o la difesa da acquisizioni ostili, rappresentando un mezzo fondamentale per una ristrutturazione radicale della struttura del capitale. Questi tipi di azioni non solo possono essere utilizzati singolarmente, ma anche in combinazione con sistemi fondamentali come le azioni con restrizioni di trasferimento, per costruire una struttura di governance aziendale più stratificata.

Tuttavia, per sfruttare al massimo questi potenti strumenti legali, è essenziale una profonda comprensione del diritto societario giapponese, una progettazione accurata dello statuto aziendale in base alle circostanze individuali dell’impresa e il rispetto rigoroso delle procedure legali. Come dimostrato dalla giurisprudenza giapponese, le imperfezioni procedurali possono compromettere l’efficacia legale di misure altrimenti strategiche. Per le aziende e gli investitori stranieri che mirano al successo nel mercato giapponese, è di vitale importanza comprendere accuratamente questi aspetti legali e gestire adeguatamente i rischi potenziali.

Lo studio legale Monolith vanta un’ampia esperienza nel supportare numerosi clienti nell’utilizzo delle azioni di categoria nel diritto societario giapponese. Il nostro studio include diversi avvocati qualificati all’estero e anglofoni, capaci di spiegare il complesso sistema legale giapponese da una prospettiva internazionale e di fornire soluzioni legali ottimali in base alle specifiche esigenze aziendali.

Managing Attorney: Toki Kawase

The Editor in Chief: Managing Attorney: Toki Kawase

An expert in IT-related legal affairs in Japan who established MONOLITH LAW OFFICE and serves as its managing attorney. Formerly an IT engineer, he has been involved in the management of IT companies. Served as legal counsel to more than 100 companies, ranging from top-tier organizations to seed-stage Startups.

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