Titolo dell'articolo: "Il sistema giuridico e i principali casi giudiziari relativi alle azioni rappresentative degli azionisti in Giappone"

Nella governance delle aziende giapponesi, l’azione rappresentativa degli azionisti è uno strumento legale estremamente importante per garantire una gestione sana dell’azienda e proteggere gli interessi di tutti gli azionisti. Questo sistema consente agli azionisti di perseguire la responsabilità degli amministratori e di altri dirigenti in nome della società, nel caso in cui questi ultimi abbiano mancato ai loro doveri e causato danni all’azienda. La legge giapponese sulle società (Japanese Companies Act) regola dettagliatamente questo meccanismo di azione rappresentativa degli azionisti, la cui comprensione è essenziale soprattutto per gli investitori stranieri e per coloro che sono coinvolti in attività commerciali in Giappone. Questo sistema di azione legale funge da deterrente contro comportamenti inappropriati da parte della dirigenza e sta diventando sempre più importante per garantire trasparenza e responsabilità nelle aziende in cui si investe.
L’articolo 847, paragrafo 1, della legge giapponese sulle società (Japanese Companies Act) stabilisce che “gli azionisti possono richiedere alla società per azioni di intentare un’azione legale per perseguire la responsabilità dei promotori, degli amministratori al momento della fondazione, dei revisori dei conti al momento della fondazione, degli amministratori o dei liquidatori, attraverso un documento scritto o altri metodi definiti dal Ministero della Giustizia”, fornendo così una base legale affinché gli azionisti possano perseguire la responsabilità dei dirigenti in nome della società. Questa disposizione conferisce agli azionisti gli strumenti per proteggere gli interessi della società, basandosi sulla realtà che non ci si può aspettare che gli amministratori perseguano la propria responsabilità.
In questo articolo, spiegheremo in dettaglio il meccanismo di base dell’azione rappresentativa degli azionisti in Giappone, i requisiti per la sua presentazione, le procedure, i dirigenti che possono essere oggetto di responsabilità e i principali casi giudiziari. Inoltre, attraverso un confronto con i sistemi di azione rappresentativa degli azionisti in giurisdizioni principali come gli Stati Uniti e il Regno Unito, chiariremo le caratteristiche uniche e la posizione internazionale del sistema giapponese. Speriamo sinceramente che questa spiegazione completa contribuisca a una maggiore comprensione della governance aziendale in Giappone e sia di aiuto nelle vostre attività commerciali e di investimento nel paese.
Concetti fondamentali e obiettivi dell’azione rappresentativa degli azionisti secondo il diritto giapponese
L’azione rappresentativa degli azionisti è un tipo di procedimento legale in cui gli azionisti perseguono la responsabilità legale degli amministratori, revisori, esecutivi o liquidatori di una società che, nonostante abbiano causato danni alla società con la loro gestione, non vengono chiamati a rispondere dalla stessa società. Questo tipo di azione legale ha lo scopo di preservare il patrimonio della società e mantenere l’integrità della governance aziendale.
L’articolo 847, paragrafo 1, del Codice delle società giapponese costituisce la base normativa per questo tipo di azione, specificando chiaramente che essa è intesa a perseguire la responsabilità di “promotori, amministratori al momento della fondazione, revisori al momento della fondazione, dirigenti o liquidatori”. Questo rappresenta un’estensione del sistema che, sotto il precedente Codice di commercio, era limitato solo agli amministratori, per includere un ambito più ampio di dirigenti.
L’obiettivo principale di questa azione è recuperare i danni subiti dalla società a causa di atti illeciti o negligenza dei suoi dirigenti, preservando così il patrimonio della società. Poiché non si può aspettare che i dirigenti perseguano la propria responsabilità, spetta agli azionisti assumersi questo ruolo. Se gli azionisti vincono l’azione rappresentativa, il risarcimento non viene pagato all’azionista che ha intentato la causa, ma alla società che ha subito il danno. Questo sottolinea la natura dell’azione rappresentativa degli azionisti, che non è per il beneficio personale dell’azionista, ma per l’interesse dell’intera società, enfatizzando il ruolo dell’azionista come “agente” della società.
Questo sistema rafforza la governance aziendale fornendo agli azionisti un mezzo per monitorare l’integrità della gestione aziendale e perseguire la responsabilità in caso di comportamenti inappropriati. Il fatto che le spese per avviare un’azione legale siano fissate a un importo basso di 13.000 yen secondo la legge giapponese sulle spese per i procedimenti civili, significa che gli azionisti possono esercitare questo diritto importante senza sentirsi eccessivamente gravati dal punto di vista economico. Tuttavia, il fatto che il risarcimento venga attribuito alla società riflette un principio di design che incoraggia gli azionisti ad agire per il bene della società piuttosto che per il proprio interesse personale. Questa apparente contraddizione nel design sottolinea che l’azione rappresentativa degli azionisti è un procedimento “per il bene della società”. Le spese basse rimuovono le barriere economiche per gli azionisti ad agire “per il bene della società”, promuovendo la sorveglianza sulla gestione. Tuttavia, il meccanismo che attribuisce il risarcimento alla società funge da importante funzione di controllo per prevenire che l’azione diventi uno strumento di “predazione aziendale” o di ricerca ingiustificata di benefici personali da parte degli azionisti. In questo modo, l’azione rappresentativa degli azionisti assume un ruolo di “ultima difesa” nella governance aziendale, con un equilibrio astuto che incoraggia gli azionisti ad agire non per motivi personali, ma per il bene pubblico rappresentato dall’interesse della società.
Requisiti e procedure per avviare un’azione legale rappresentativa degli azionisti sotto il diritto societario giapponese
Per avviare un’azione legale rappresentativa degli azionisti, è necessario soddisfare determinati requisiti e seguire le procedure stabilite dalla legge societaria del Giappone.
Capacità di Agire come Parte Attrice
Per poter avviare un’azione legale rappresentativa degli azionisti, è necessario che l’azionista soddisfi determinati requisiti. Nel caso di società quotate, in linea di principio, è necessario essere azionisti che hanno detenuto azioni della società in modo continuativo per almeno sei mesi al momento della richiesta di intentare una causa [Articolo 847, Paragrafo 1 della Legge sulle Società del Giappone]. Tuttavia, è possibile ridurre questo periodo di sei mesi tramite lo statuto societario. D’altra parte, per le società non quotate, non ci sono restrizioni sulla durata del possesso delle azioni; chiunque sia azionista al momento della richiesta di intentare una causa può farlo [Articolo 847, Paragrafo 2 della Legge sulle Società del Giappone]. Per quanto riguarda il numero di azioni detenute dall’azionista, in linea di principio è sufficiente possedere almeno una azione, ma per gli azionisti con azioni al di sotto dell’unità di negoziazione, lo statuto societario può limitare il diritto di intentare azioni rappresentative [Articolo 847, Paragrafo 1, tra parentesi, della Legge sulle Società del Giappone].
La tabella seguente confronta i requisiti per avviare un’azione legale rappresentativa degli azionisti tra società quotate e non quotate in Giappone.
【Tabella】Confronto dei Requisiti per Avviare un’Azione Legale Rappresentativa degli Azionisti: Società Quotate e Non Quotate
Elemento | Società Quotate | Società Non Quotate |
Periodo di Possesso delle Azioni | Detenzione continua delle azioni per 6 mesi precedenti (riducibile tramite statuto) [Articolo 847, Paragrafo 1 della Legge sulle Società del Giappone] | Nessuna restrizione sul periodo di possesso delle azioni (sufficiente essere azionisti al momento della richiesta) [Articolo 847, Paragrafo 2 della Legge sulle Società del Giappone] |
Necessità di Richiesta di Azione Legale | In linea di principio, è necessaria una richiesta alla società (ad esempio agli amministratori) [Articolo 847, Paragrafo 3 della Legge sulle Società del Giappone] | In linea di principio, è necessaria una richiesta alla società (ad esempio agli amministratori) [Articolo 847, Paragrafo 3 della Legge sulle Società del Giappone] |
Omissione della Richiesta di Azione Legale | Possibile intentare immediatamente una causa in caso di rischio di danni irreparabili [Articolo 847, Paragrafo 5 della Legge sulle Società del Giappone] | Possibile intentare immediatamente una causa in caso di rischio di danni irreparabili [Articolo 847, Paragrafo 5 della Legge sulle Società del Giappone] |
Destinatario della Richiesta (in caso di responsabilità degli amministratori) | Revisore contabile (nel caso di società con revisore contabile) [Articolo 386, Paragrafo 2, Punto 1 della Legge sulle Società del Giappone] | Revisore contabile (nel caso di società con revisore contabile) [Articolo 386, Paragrafo 2, Punto 1 della Legge sulle Società del Giappone] |
Principi di Richiesta di Prosecuzione Legale
I soci, secondo i principi generali, devono prima richiedere alla società di perseguire la responsabilità degli amministratori che hanno mancato ai loro doveri. Questa richiesta deve essere effettuata per iscritto o tramite metodi elettromagnetici [Regolamento di attuazione della Legge sulle Società Giapponese, articolo 217]. Il destinatario della richiesta, di norma, è l’auditor [Legge sulle Società Giapponese, articolo 386, paragrafo 2, punto 1]. Anche se ci sono più auditor, è sufficiente presentare la richiesta a uno di loro.
Se la società (l’auditor) non avanza una causa di responsabilità entro 60 giorni dalla richiesta, il socio che ha fatto la richiesta può intentare una causa rappresentativa dei soci per conto della società [Legge sulle Società Giapponese, articolo 847, paragrafo 3]. Questo periodo di 60 giorni è considerato un “periodo di riflessione” affinché l’auditor possa indagare sui fatti e valutare le questioni legali per decidere se procedere o meno con la causa.
Eccezioni in cui è consentito omettere la richiesta di citazione in giudizio
Esistono eccezioni alla regola dei 60 giorni menzionata sopra. Se, a seguito del decorso del periodo di 60 giorni dalla richiesta di citazione in giudizio, sussiste il rischio che si verifichino danni irreparabili per l’azienda, i soci possono omettere la richiesta all’azienda e avviare immediatamente un’azione legale rappresentativa dei soci secondo l’articolo 847, paragrafo 5, del Codice delle Società Giapponese (Heisei 17 (2005)).
Limitazioni al deposito di cause legali per scopi fraudolenti sotto il diritto giapponese
Non è possibile avviare un’azione legale rappresentativa degli azionisti se l’intento è quello di perseguire un beneficio illecito per l’azionista stesso o per terzi, o di arrecare danno alla società [Articolo 847, Paragrafo 1, eccezione, della Legge sulle Società del Giappone]. Cause legali con tali scopi fraudolenti verranno respinte in quanto non soddisfano i requisiti per essere ammesse in giudizio.
Il Ruolo Cruciale del Revisore Contabile nel Diritto Societario Giapponese
In risposta a una richiesta di azione legale da parte degli azionisti, il revisore contabile in Giappone ha il ruolo cruciale di condurre un’indagine entro 60 giorni e decidere se procedere o meno con l’azione legale. Questa indagine deve essere condotta sotto la responsabilità personale del revisore, senza poter richiedere conclusioni definitive ai reparti legali o di revisione interna. Se il revisore decide di non procedere con l’azione legale, ha l’obbligo di notificare le ragioni di tale decisione agli azionisti che ne fanno richiesta [Articolo 847, Paragrafo 4, della Legge sulle Società Giapponese].
Il ruolo del revisore contabile nel sistema giapponese merita particolare attenzione se confrontato con i sistemi degli Stati Uniti o del Regno Unito. Negli Stati Uniti, se il consiglio di amministrazione decide di non rispondere a una richiesta di azione legale, tale decisione è generalmente protetta dal principio del giudizio manageriale, impedendo agli azionisti di intentare azioni legali per responsabilità. Al contrario, in Giappone, anche se il revisore contabile decide di non procedere con l’azione legale, ciò non influisce sul diritto degli azionisti di intentare un’azione legale, indipendentemente dalle ragioni di tale decisione. Questa differenza nel design del sistema mette in luce le filosofie fondamentali divergenti tra i paesi riguardo all’equilibrio tra la discrezionalità manageriale e il diritto di sorveglianza degli azionisti nella governance aziendale. In Giappone, anche se il controllo interno del revisore non funziona, si cerca di mantenere un potere di deterrenza finale sugli amministratori assicurando che gli azionisti possano intentare azioni legali “per conto della società”. Questo approccio si basa sull’idea di prevenire il degrado del valore aziendale attraverso la pressione esterna quando i controlli interni sono insufficienti. In contrasto, negli Stati Uniti, si tende a proteggere gli amministratori da azioni legali non necessarie e a dare priorità alla stabilità gestionale, rispettando fortemente il principio del giudizio manageriale del consiglio di amministrazione. Questa caratteristica del sistema giapponese è un fattore importante per gli investitori stranieri nel valutare la possibilità di perseguire la responsabilità degli amministratori nelle società giapponesi.
Ambito di responsabilità degli amministratori e altri dirigenti sotto il diritto societario giapponese
Le azioni di responsabilità degli azionisti in Giappone possono mirare a un’ampia gamma di dirigenti coinvolti nella gestione e nell’operatività aziendale.
Chi sono i dirigenti coinvolti
Le azioni di responsabilità degli azionisti in Giappone non si limitano ai soli amministratori, ma includono anche i promotori, gli amministratori e i revisori dei conti al momento della fondazione, i consulenti contabili, gli esecutivi, i revisori dei conti, gli auditor e i liquidatori, come previsto dagli articoli 847, paragrafo 1, e 423, paragrafo 1, del Codice delle società giapponese. Mentre sotto l’antico diritto commerciale erano coinvolti solo gli amministratori, la normativa attuale ha ampliato la portata per consentire una governance aziendale più inclusiva. Questa estensione si basa sulla consapevolezza che, nelle attività aziendali moderne, non solo gli amministratori, ma anche i revisori dei conti e gli esecutivi possono influenzare i danni subiti dall’azienda.
Esempi specifici di responsabilità per negligenza e il principio del giudizio manageriale
La responsabilità più comune che i dirigenti hanno nei confronti dell’azienda è quella di risarcire i danni causati dalla negligenza nei loro doveri, nota come “responsabilità per negligenza” [articolo 423, paragrafo 1, del Codice delle società giapponese]. Nel valutare la presenza di tale responsabilità, il “principio del giudizio manageriale” gioca un ruolo cruciale. Questo principio stabilisce che le decisioni manageriali degli amministratori non violano il dovere di diligenza fintanto che non ci sono errori significativi e negligenti nella percezione dei fatti e il processo e il contenuto della decisione non sono particolarmente irragionevoli o inappropriati per un manager aziendale. Il principio mira a rispettare la discrezionalità dei manager e a proteggerli da cause legali non necessarie.
Richiesta di restituzione di benefici illeciti
Se i dirigenti forniscono benefici ingiusti dal patrimonio aziendale in relazione all’esercizio dei diritti degli azionisti, anche le azioni per richiedere la restituzione di tali benefici rientrano nell’ambito delle azioni di responsabilità degli azionisti [articoli 120, paragrafo 3, e 847, paragrafo 1, del Codice delle società giapponese]. Questa disposizione mira a prevenire concessioni ingiuste a specifici azionisti e a mantenere l’equità tra gli azionisti.
Sottoscrizione di azioni a un prezzo di emissione ingiusto e altre questioni
Anche le azioni legali per richiedere pagamenti all’azienda da parte di coloro che hanno sottoscritto azioni o diritti di opzione su nuove azioni a un prezzo ingiusto rientrano in questa categoria [articoli 212, paragrafo 1, 285, paragrafo 1, e 847, paragrafo 1, del Codice delle società giapponese]. Questo serve a prevenire il deflusso ingiusto del patrimonio aziendale durante l’emissione di nuove azioni.
Teorie sulla portata della responsabilità degli amministratori e le tendenze della Corte Suprema giapponese
Per quanto riguarda l’ambito della “responsabilità degli amministratori” perseguibile attraverso le azioni di responsabilità degli azionisti, due principali teorie, quella della “responsabilità per l’intero debito” e quella della “responsabilità limitata al debito specifico”, si sono contrapposte per lungo tempo. La teoria della responsabilità per l’intero debito sostiene che tutti i debiti che gli amministratori hanno nei confronti dell’azienda sono inclusi, giustificando ciò con la possibilità che l’azienda possa trascurare di perseguire la responsabilità degli amministratori indipendentemente dalla causa del debito. D’altra parte, la teoria della responsabilità limitata al debito specifico sostiene che dovrebbe essere limitata a responsabilità specifiche che sono difficili o impossibili da esonerare, rispettando la discrezione manageriale dell’azienda. La Corte Suprema giapponese ha espresso per la prima volta un giudizio su questo argomento nella sentenza del 10 marzo 2009 (Heisei 21). Questa sentenza ha riconosciuto che la responsabilità basata sulla posizione di amministratore, oltre alla responsabilità derivante dai debiti commerciali con l’azienda, può essere oggetto di azioni di responsabilità degli azionisti, adottando una posizione intermedia tra le due teorie.
Principali casi giurisprudenziali in Giappone e il loro significato
Per comprendere l’operato delle azioni rappresentative degli azionisti sotto il diritto giapponese, è essenziale analizzare i principali casi giurisprudenziali passati. Questi casi forniscono linee guida concrete su come i tribunali giapponesi valutano la responsabilità degli amministratori attraverso situazioni specifiche.
Casi che hanno chiarito il principio del giudizio manageriale
- Giudizio della Corte Suprema del 15 luglio 2010 (Heisei 22) (caso dell’azione rappresentativa degli azionisti di Apaman Shop)
- Sommario del caso: In un caso in cui una società quotata ha pianificato di rendere una sua sussidiaria una filiale interamente controllata come parte di un piano di ristrutturazione aziendale, acquistando azioni da altri azionisti a un prezzo circa cinque volte superiore al prezzo appropriato, è stata contestata la violazione del dovere di diligenza degli amministratori.
- Decisione: La Corte Suprema ha stabilito che, “finché il riconoscimento dei fatti su cui si basa il giudizio manageriale non contiene errori importanti e negligenti e il processo e il contenuto della decisione non sono particolarmente irrazionali o inappropriati come quelli di un manager aziendale, le azioni dell’amministratore non violano il dovere di diligenza.” Questa sentenza, la prima della Corte Suprema giapponese a chiarire i criteri di revisione relativi al “principio del giudizio manageriale” in un caso civile, ha avuto un impatto significativo sulle successive valutazioni della responsabilità degli amministratori nelle azioni rappresentative degli azionisti.
Casi relativi alla fornitura di benefici
- Giudizio della Corte Suprema del 10 aprile 2006 (Heisei 18) (caso dell’azione rappresentativa degli azionisti di Janome Sewing Machine Co.)
- Sommario del caso: In un caso in cui una società ha subito danni accettando la minaccia di una persona nota come speculatore di borsa e pagando una grossa somma di denaro, è stata contestata la violazione del dovere di fedeltà e del dovere di diligenza degli amministratori dell’epoca.
- Decisione: La Corte Suprema ha giudicato che non si può negare la negligenza degli amministratori di una società quotata che hanno proposto o accettato di pagare grosse somme di denaro agli azionisti in risposta a richieste ingiuste. Questa sentenza ha severamente interrogato la responsabilità degli amministratori che hanno ceduto a richieste ingiuste da parte di forze antisociali, sottolineando nuovamente l’importanza del dovere di fedeltà degli amministratori.
Altri casi importanti
- Giudizio del Tribunale Superiore di Tokyo del 25 aprile 2002 (Heisei 14) (caso dell’azione rappresentativa degli azionisti di Mitsubishi Oil)
- Sommario del caso: Un caso in cui una società ha fornito illegalmente e ingiustamente fondi a un venditore di prodotti petroliferi attraverso sovrapprezzi e transazioni differenziali sui prezzi dei prodotti petroliferi.
- Decisione: Il Tribunale Superiore di Tokyo ha riconosciuto la violazione del dovere di diligenza degli amministratori di una società quotata. Questo caso ha chiarito la responsabilità degli amministratori che hanno effettuato transazioni inappropriate che danneggiano gli interessi della società.
- Giudizio del Tribunale Distrettuale di Tokyo del 27 settembre 2007 (Heisei 19) (caso dell’azione rappresentativa degli azionisti di Kanebo)
- Sommario del caso: Un caso in cui è stata contestata la violazione del dovere di diligenza e del dovere di fedeltà degli amministratori che, per migliorare la situazione finanziaria, hanno adottato uno schema che prevedeva la cessione delle principali attività operative e la conversione del prezzo di cessione in prestiti.
- Decisione: Il Tribunale Distrettuale di Tokyo ha respinto la richiesta di risarcimento danni e ha negato la negligenza degli amministratori. Questa sentenza è importante come esempio del riconoscimento della discrezionalità del giudizio manageriale degli amministratori nella ristrutturazione aziendale in situazioni di gestione difficili.
Strategie di difesa contro le azioni rappresentative degli azionisti in Giappone
Il sistema giapponese delle azioni rappresentative degli azionisti, pur promuovendo la supervisione manageriale da parte degli azionisti, è dotato di importanti meccanismi di contenimento per proteggere le società e i loro dirigenti da cause ingiuste.
La richiesta di prestazione di garanzia e i suoi requisiti
I dirigenti imputati possono adottare come misura difensiva la “richiesta di prestazione di garanzia” per proteggere se stessi e la società da azioni rappresentative degli azionisti ingiuste. Questo meccanismo permette al tribunale di ordinare agli azionisti querelanti di depositare una garanzia per le spese legali e per eventuali richieste di risarcimento danni future, se si dimostra che la causa è stata intentata con “malizia” [articolo 847, paragrafi 7 e 8, della Legge sulle Società giapponese]. La “malizia” viene determinata non solo dalla “teoria del danno” (l’intento di danneggiare ingiustamente la società), ma anche, più recentemente, dalla “teoria della pura malizia” (intentare una causa sapendo che non esiste una base legittima per le rivendicazioni). Quando viene emesso un ordine di prestazione di garanzia, molti azionisti querelanti tendono a rinunciare al mantenimento della causa, rendendolo un efficace strumento difensivo nella pratica.
La difesa dell’abuso del diritto azionario e i suoi criteri
Un altro importante strumento difensivo è la difesa dell’abuso del diritto azionario. Questo argomento sostiene che l’azione rappresentativa degli azionisti stessa costituisce un abuso del diritto non ammissibile ai sensi dell’articolo 1, paragrafo 3, del Codice Civile giapponese. Perché l’abuso del diritto azionario sia riconosciuto, è necessario dimostrare sia la “malizia” dell’azionista querelante (come la ricerca di un vantaggio personale ingiusto o intenti vessatori) sia la “mancanza di legittimità” delle affermazioni dell’azionista. Sebbene i casi di riconoscimento dell’abuso del diritto azionario siano rari nella giurisprudenza, è stato riconosciuto per la prima volta nel caso della Banca di Nagasaki.
La possibilità di richiedere risarcimento danni per cause ingiuste
Se viene emesso un ordine di prestazione di garanzia o se la difesa dell’abuso del diritto azionario viene accettata e l’azione rappresentativa degli azionisti viene respinta, i dirigenti imputati possono richiedere risarcimento danni agli azionisti querelanti per cause ingiuste. Questo è possibile quando la causa è ritenuta “evidentemente priva di adeguatezza” alla luce degli scopi e degli obiettivi del sistema giudiziario, permettendo ai dirigenti vittoriosi di richiedere il rimborso delle spese legali e il risarcimento per danni morali.
Se da un lato è possibile intentare una causa con una tassa di deposito relativamente bassa, dall’altro l’esistenza di queste misure difensive dimostra che è stato trovato un equilibrio tra la promozione di una sana supervisione manageriale da parte degli azionisti e la protezione delle società da cause abusive. Il sistema di prestazione di garanzia reprime le cause temerarie attraverso l’onere economico imposto dalla necessità di dimostrare la “malizia” della causa. Inoltre, la difesa dell’abuso del diritto azionario fornisce una base legale per respingere una causa quando lo “scopo” stesso della causa è inappropriato. Queste misure difensive, insieme alle basse tasse di deposito, creano un equilibrio sofisticato per prevenire l’abuso delle azioni rappresentative degli azionisti come strumento di “predazione aziendale”. In particolare, la possibilità di richiedere risarcimento danni per cause ingiuste rappresenta un forte incentivo per gli azionisti a considerare con maggiore attenzione le basi e gli scopi delle loro azioni legali prima di procedere.
Confronto con i sistemi di azione rappresentativa degli azionisti all’estero
Il sistema giapponese di azione rappresentativa degli azionisti presenta sia punti in comune che importanti differenze rispetto ai sistemi di altre principali giurisdizioni. Comprendere queste differenze è estremamente importante nell’ambito delle attività aziendali internazionali.
Il sistema di azione rappresentativa degli azionisti negli Stati Uniti
La Regola 23.1 delle Federal Rules of Civil Procedure degli Stati Uniti stabilisce i prerequisiti per un’azione rappresentativa degli azionisti. Negli USA, l’azionista che fa causa deve specificare nella denuncia gli sforzi compiuti per ottenere un’azione desiderabile da parte dei direttori o di chi possiede un’autorità equivalente, o le ragioni per cui tali sforzi non sono stati compiuti. Questo è noto come “demand futility” e permette di omettere la richiesta solo se il consiglio di amministrazione non è in grado di rispondere adeguatamente alla richiesta pre-processuale. Tuttavia, l’argomentazione della futilità deve essere dettagliatamente descritta nella denuncia. Inoltre, negli USA, se il consiglio di amministrazione decide di non rispondere alla richiesta pre-processuale dell’azionista, tale decisione è protetta dalla “business judgment rule” e di norma non è consentito agli azionisti di intentare un’azione di responsabilità. Per continuare la causa, l’azionista deve argomentare e dimostrare dettagliatamente che la decisione del consiglio di non procedere è ingiustificata.
Il sistema di azione rappresentativa degli azionisti nel Regno Unito
Secondo l’articolo 260 del Companies Act 2006 del Regno Unito, un’azione rappresentativa degli azionisti (derivative claim) può essere intentata solo per atti o omissioni che coinvolgono negligenza, inadempienza, violazione del dovere o del trust da parte dei direttori. Nel Regno Unito, non è necessaria l’autorizzazione del tribunale per iniziare un’azione rappresentativa degli azionisti, ma è richiesta per “continuare” la causa. Questo processo di autorizzazione è diviso in due fasi: prima è necessario dimostrare un “prima facie case”, e poi il tribunale valuta l’autorizzazione finale considerando vari fattori stabiliti dall’articolo 263 del Companies Act (come la sincerità dell’azionista, l’importanza della causa per il successo dell’azienda, l’esistenza di rimedi alternativi, ecc.). Inoltre, nel Regno Unito, la disponibilità di rimedi alternativi per gli azionisti, come il sistema di rimedi per atti ingiusti, è un fattore importante che il tribunale considera nel decidere se concedere l’autorizzazione.
Differenze e somiglianze tra il sistema giapponese e quelli di altri paesi
I sistemi di azione rappresentativa degli azionisti in Giappone, negli Stati Uniti e nel Regno Unito bilanciano in modi diversi la “libertà di gestione” e la “sorveglianza degli azionisti” nella governance aziendale. Il sistema giapponese si differenzia notevolmente da quello degli Stati Uniti e del Regno Unito in quanto, mentre obbliga gli azionisti a richiedere un’azione legale agli auditor, non impedisce loro di intentare una causa se l’azienda decide di non procedere. Negli USA, la decisione del consiglio di amministrazione è fortemente rispettata, mentre nel Regno Unito è essenziale l’autorizzazione del tribunale, la cui decisione è fortemente influenzata dalla prospettiva di “un direttore ragionevole che continua la causa”. Guardando alle barriere per continuare una causa, in Giappone è possibile intentare una causa con una tassa minima, mentre negli USA è necessaria la prova della demand futility e nel Regno Unito è richiesta l’autorizzazione del tribunale in due fasi. Tuttavia, in tutti e tre i paesi, l’azione rappresentativa degli azionisti viene intrapresa per il bene dell’azienda e qualsiasi risarcimento ottenuto appartiene all’azienda, seguendo un principio comune.
Da questo confronto emerge chiaramente che i sistemi legali di ciascun paese bilanciano in modo diverso la “libertà di gestione” e la “sorveglianza degli azionisti” nella governance aziendale. Il Giappone, pur enfatizzando il controllo interno (richiesta agli auditor), assicura anche che gli azionisti possano in ultima analisi intentare direttamente una causa, mantenendo così una forza di controllo esterna relativamente forte nei confronti della gestione. Questo riflette un atteggiamento che valorizza il ruolo dell’azione rappresentativa degli azionisti come “ultima risorsa” contro l’inazione o le irregolarità dei manager. D’altra parte, gli Stati Uniti e il Regno Unito tendono a dare maggiore importanza alla stabilità della gestione e alla protezione da cause legali non necessarie attraverso il principio del giudizio manageriale e un rigoroso processo di autorizzazione giudiziaria. Per gli investitori stranieri, comprendere queste differenze è essenziale per valutare il rischio e il rendimento nell’ambiente di investimento di ciascun paese.
Riassunto
Il sistema di azione rappresentativa degli azionisti in Giappone è un meccanismo chiave nella governance aziendale, che consente agli azionisti di perseguire la responsabilità degli amministratori e altri dirigenti che hanno mancato ai loro doveri e causato danni all’azienda. Mentre è possibile avviare un’azione legale con una tariffa minima, sono state messe in atto misure per limitare le cause legali con scopi illegittimi, compresa la richiesta di garanzie e la difesa contro l’abuso dei diritti degli azionisti. Questo sistema mira a promuovere una supervisione aziendale sana da parte degli azionisti, mantenendo al contempo un equilibrio per proteggere le aziende da cause legali abusive.
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