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Le potenziali violazioni del diritto d'autore nella gestione di un bar dedicato ai videogiochi

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Le potenziali violazioni del diritto d'autore nella gestione di un bar dedicato ai videogiochi

L’aumento dei Game Bar e i rischi legali

Negli ultimi anni, si è assistito a un trend crescente di locali chiamati “Game Bar”, dove i clienti possono godersi cibo e bevande mentre si sfidano in giochi per console casalinghe.
Tuttavia, nella gestione di un Game Bar, è essenziale prestare grande attenzione ai problemi di violazione del diritto d’autore.
La visualizzazione di giochi su grandi schermi nei Game Bar può contribuire alla diffusione e allo sviluppo ulteriore dei giochi, e quindi, dal punto di vista della promozione degli eSport, sembra necessario considerare l’istituzione di un ambiente legale che permetta queste attività in modo lecito.
È fondamentale, tuttavia, che nella gestione di un Game Bar si presti attenzione ai rischi legali, in particolare quelli legati alla violazione del diritto d’autore, e che si adottino le misure appropriate.

Il rapporto tra il diritto di proiezione nella Legge sul Diritto d’Autore e i Game Bar

In realtà, nel giugno del 2018 (Heisei 30), si sono verificati casi a Kyoto e Kobe in cui i gestori di game bar sono stati arrestati per sospetto di violazione della Legge sul Diritto d’Autore (articolo del 2 agosto 2018 del quotidiano Asahi “Primo caso di game bar: che cos’è il diritto di proiezione?”). In questi casi, sembra che l’atto di mostrare lo schermo di gioco di videogiochi domestici su uno schermo televisivo sia stato considerato una violazione del diritto di proiezione, come definito nell’articolo 22-2 della Legge Giapponese sul Diritto d’Autore.
Il diritto di proiezione si riferisce al diritto di mostrare pubblicamente un’opera, ovvero di proiettare un’opera su uno schermo o un display per mostrarla o farla ascoltare a un numero indeterminato o a un gruppo specifico di persone.

Sebbene ci siano diverse teorie riguardo alla classificazione dei videogiochi come opere d’autore, secondo un precedente della Corte Suprema relativo alla vendita di software di giochi usati (precedente citato), è stato riconosciuto che certi giochi corrispondono a “opere cinematografiche”, e quindi si intende che una certa gamma di giochi sia protetta come opere cinematografiche.
In tale contesto, se un game bar mostra giochi su uno schermo o un grande display, fornendo un ambiente in cui più clienti all’interno del locale possono guardare contemporaneamente, il rischio di essere accusati di violazione del diritto di proiezione è inevitabilmente alto.

D’altra parte, se in cabine individuali o simili, i giochi vengono giocati in modo che solo il giocatore possa vedere lo schermo, non accompagnato dalla visione da parte di un pubblico indeterminato, la possibilità di violare il diritto di proiezione è relativamente bassa.
Per quanto riguarda gli schermi di gioco, c’è spazio per il dibattito su se sia possibile applicare l’eccezione prevista dall’articolo 38, paragrafo 3, della Legge sul Diritto d’Autore, simile alle trasmissioni televisive, ma l’opinione prevalente è che, sotto la legge attuale, i giochi non sono considerati opere trasmesse, quindi l’applicazione di questa eccezione è difficile.

Inoltre, anche se non si dovesse configurare una violazione del diritto di proiezione, non si può escludere la possibilità che i locali dei game bar siano soggetti alla regolamentazione della Legge sugli Spettacoli e Intrattenimenti o della Legge sulla Regolamentazione delle Attività Commerciali. Inoltre, poiché molte aziende produttrici di giochi proibiscono l’uso commerciale dei software di gioco, se un game bar permette ai clienti di utilizzare i giochi senza stipulare un contratto di licenza, potrebbero sorgere problemi di violazione contrattuale.

Managing Attorney: Toki Kawase

The Editor in Chief: Managing Attorney: Toki Kawase

An expert in IT-related legal affairs in Japan who established MONOLITH LAW OFFICE and serves as its managing attorney. Formerly an IT engineer, he has been involved in the management of IT companies. Served as legal counsel to more than 100 companies, ranging from top-tier organizations to seed-stage Startups.

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