Richiesta di sospensione dell'emissione di azioni e azione di nullità nel diritto societario giapponese: una spiegazione incentrata sulla giurisprudenza

La riforma del diritto societario giapponese del 2019, introdotta e in vigore dal 1 marzo 2021 (Reiwa 3), ha posizionato il sistema di emissione di azioni come una delle opzioni cruciali nelle pratiche moderne di M&A. Questo sistema consente a una società per azioni di emettere le proprie azioni come contropartita per acquisire le azioni di un’altra società, con l’obiettivo di farla diventare una filiale. Mentre in precedenza l’unico metodo di M&A che prevedeva l’uso di azioni come contropartita era lo scambio di azioni, limitato alla trasformazione della società target in una filiale al 100%, l’emissione di azioni è rivoluzionaria perché non richiede la completa sussidiarietà e permette la costruzione di relazioni di capitale più flessibili, come l’acquisizione della maggioranza dei diritti di voto. Questa flessibilità ha aperto la strada alle startup e alle imprese venture per condurre M&A strategici senza dover preparare grandi somme di denaro.
Tuttavia, anche un sistema così flessibile non garantisce che la sua implementazione sia sempre nell’interesse di tutti gli azionisti. Non si può escludere la possibilità che la direzione della società emittente utilizzi questo sistema per scopi impropri, come il mantenimento del proprio controllo, piuttosto che per il legittimo interesse della società. Inoltre, nel processo potrebbero verificarsi gravi violazioni delle leggi o dello statuto societario. Gli azionisti che si trovano di fronte a tali situazioni devono adottare misure legali per proteggere i propri diritti e il valore della società.
In questo articolo, esamineremo in dettaglio due principali rimedi legali previsti dal diritto societario giapponese per prevenire o correggere emissioni di azioni illegali o inappropriate: la “richiesta di sospensione”, che mira a fermare l’implementazione prima che avvenga, e la “denuncia di nullità”, che mira a ribaltare gli effetti dopo che è stata eseguita. Sebbene il sistema di emissione di azioni sia nuovo, l’interpretazione e l’applicazione di questi rimedi sono profondamente radicate nell’accumulo di precedenti giurisprudenziali relativi ad altre operazioni societarie, come l’emissione di nuove azioni. Pertanto, basandoci sulle disposizioni pertinenti del diritto societario giapponese, illustreremo i requisiti di questi rimedi legali, la loro portata e le implicazioni pratiche, facendo riferimento a una vasta gamma di precedenti giurisprudenziali che mostrano come i tribunali abbiano bilanciato la protezione degli azionisti con la sicurezza delle transazioni.
Richiesta di sospensione dell’emissione di azioni sotto il diritto societario giapponese
La richiesta di sospensione dell’emissione di azioni è un rimedio preventivo che consente agli azionisti di evitare di subire danni a causa di un’emissione di azioni illegale o ingiusta. Questo meccanismo mira a fermare legalmente l’esecuzione dell’emissione di azioni prima che ne scaturiscano gli effetti legali.
Le basi legali e i requisiti per una richiesta di ingiunzione
Il diritto di richiedere un’ingiunzione contro l’emissione di azioni trova la sua base diretta nell’articolo 816, paragrafo 5, della Legge sulle Società in Giappone (会社法, Kaisha-hō). Secondo questa disposizione, gli azionisti della società emittente possono richiedere all’azienda di interrompere l’emissione di azioni se sono soddisfatti i seguenti due requisiti:
- L’emissione di azioni è in violazione di leggi o dello statuto societario (in caso di violazione delle leggi o dello statuto).
- Vi è il rischio che tale emissione di azioni possa arrecare svantaggi agli azionisti (quando vi è il rischio che gli azionisti subiscano svantaggi).
Per esercitare questo diritto, gli azionisti devono intraprendere un’azione legale contro la società per richiedere un’ingiunzione contro l’emissione di azioni. Nella pratica, per garantire l’efficacia di questo diritto di ingiunzione, è comune presentare una richiesta di ordinanza provvisoria al tribunale, considerando il diritto di ingiunzione come un diritto tutelato, soprattutto quando la data di efficacia dell’emissione delle azioni si avvicina e si necessita di una decisione rapida.
Tuttavia, esistono eccezioni a questo diritto di ingiunzione. In linea di principio, non è possibile richiedere un’ingiunzione contro l’emissione di azioni che soddisfa i requisiti della “procedura semplificata” stabilita dall’articolo 816, paragrafo 4, della Legge sulle Società in Giappone. La procedura semplificata si applica quando il valore dei beni da fornire come contropartita per l’emissione di azioni è trascurabile rispetto all’ammontare del patrimonio netto della società emittente, eliminando la necessità di una risoluzione di approvazione dell’assemblea degli azionisti. Questo si basa sull’intento di consentire procedure più rapide quando l’impatto sulla società è minimo.
Esempi concreti di “violazione di leggi o statuti” come motivo di inibizione
Uno dei motivi di inibizione stabiliti dall’articolo 816, paragrafo 5, della Legge sulle Società Giapponese (日本の会社法) è il “caso di violazione di leggi o statuti”, che include varie irregolarità procedurali. L’emissione di azioni è soggetta a procedure rigorose secondo la Legge sulle Società Giapponese, che vanno dalla creazione del piano di emissione azionaria alla divulgazione delle informazioni agli azionisti, all’approvazione in assemblea generale degli azionisti e, a seconda dei casi, fino alle procedure di protezione dei creditori. Qualsiasi difetto in queste procedure può costituire una violazione della legge e diventare una base per una richiesta di inibizione. Esempi specifici possono includere:
- Imperfezioni nella descrizione del piano di emissione azionaria: l’articolo 774, paragrafo 3, della Legge sulle Società Giapponese stabilisce gli elementi che devono essere inclusi nel piano di emissione azionaria. Ad esempio, se mancano dettagli essenziali come le questioni relative alla contropartita o la data di entrata in vigore dell’efficacia, il piano stesso può essere considerato illegale.
- Violazione delle procedure di divulgazione preliminare: l’articolo 816, paragrafo 2, della Legge sulle Società Giapponese obbliga la società madre emittente azioni a predisporre presso la propria sede principale documenti contenenti i dettagli del piano di emissione azionaria prima dell’assemblea generale degli azionisti. Se questa divulgazione preliminare viene trascurata o se i dettagli forniti sono falsi, i diritti degli azionisti di esercitare il voto basato su informazioni adeguate vengono violati, costituendo una violazione della legge.
- Difetti nella risoluzione dell’assemblea generale degli azionisti: il piano di emissione azionaria richiede generalmente l’approvazione attraverso una risoluzione speciale dell’assemblea generale degli azionisti (articolo 816, paragrafo 3, della Legge sulle Società Giapponese). Se la risoluzione presenta difetti, come violazioni delle procedure di convocazione o metodi di risoluzione contrari agli statuti, ciò può influenzare la validità della risoluzione e costituire una violazione della legge che riguarda l’intera emissione azionaria.
- Mancato adempimento delle procedure di protezione dei creditori: quando l’emissione di azioni comporta la fornitura di beni diversi dalle azioni della società madre emittente (come denaro) e l’importo supera una certa soglia, la Legge sulle Società Giapponese (articolo 816, paragrafo 8) richiede procedure per proteggere i creditori della società (come annunci pubblici e notifiche per dare l’opportunità di presentare obiezioni). Il mancato adempimento di queste procedure costituisce una grave violazione della legge.
Confronto tra le cause di inibizione dell’emissione di nuove azioni e la portata della “Regola dell’Obiettivo Principale” secondo il diritto societario giapponese
Per comprendere le cause che possono portare all’inibizione dell’emissione di azioni, è estremamente utile confrontarle con quelle relative all’emissione di nuove azioni. L’articolo 210 del diritto societario giapponese (Japanese Companies Act) stabilisce che l’emissione di nuove azioni può essere impedita in caso di “violazione di leggi o statuti” o se avviene “mediante metodi marcatamente ingiusti”. Questa espressione “metodi marcatamente ingiusti” non compare nell’articolo 816, paragrafo 5 del diritto societario giapponese, che regola l’inibizione dell’emissione di azioni.
Questa differenza può sembrare di grande importanza a prima vista, poiché la giurisprudenza ha sviluppato quello che è noto come la “Regola dell’Obiettivo Principale” proprio intorno all’interpretazione di “metodi marcatamente ingiusti”. La Regola dell’Obiettivo Principale si applica in situazioni di contesa per il controllo di una società, dove la dirigenza emette nuove azioni con lo “scopo principale” di diluire la quota di un particolare azionista e mantenere il proprio controllo, un’azione che può essere considerata “marcatamente ingiusta” e quindi soggetta a inibizione.
Ma se la norma sull’inibizione dell’emissione di azioni non menziona i “metodi marcatamente ingiusti”, significa che la dirigenza può procedere con l’emissione di azioni per mantenere il controllo in modo ingiusto senza che gli azionisti possano impedirlo, a meno che non ci siano difetti procedurali? La risposta è no. I direttori hanno un dovere di lealtà (articolo 355 del diritto societario giapponese) e un dovere di diligenza (articolo 644 del codice civile giapponese) nei confronti della società. Agire per un’emissione di azioni con lo scopo improprio di preservare la posizione personale della dirigenza, piuttosto che per legittimi scopi aziendali, viola questi doveri. E la violazione dei doveri da parte dei direttori può essere interpretata come una “violazione di legge”. Pertanto, si ritiene che gli azionisti possano inibire l’emissione di azioni effettuata per scopi impropri, basandosi sulla “violazione di legge” definita dall’articolo 816, paragrafo 5 del diritto societario giapponese. Di conseguenza, indipendentemente dalla presenza della frase “metodi marcatamente ingiusti”, i tribunali esamineranno sostanzialmente l'”obiettivo principale” dell’operazione anche nelle richieste di inibizione dell’emissione di azioni, proprio come fanno per le richieste di inibizione dell’emissione di nuove azioni.
Il Ricorso per l’Invalidità dell’Emissione di Azioni sotto il Diritto Societario Giapponese
Il ricorso per l’invalidità dell’emissione di azioni è un mezzo di rimedio che mira a negare retroattivamente l’efficacia legale di un’emissione di azioni che ha già avuto effetto. A differenza della richiesta di inibitoria, che ha lo scopo di prevenire eventi prima che accadano, il ricorso per l’invalidità si propone di annullare fatti compiuti, pertanto i suoi requisiti sono interpretati con maggiore rigore.
Le basi legali e le procedure per l’azione di invalidità sotto il diritto societario giapponese
Le azioni legali per affermare l’invalidità dell’emissione di azioni si basano sull’articolo 828, paragrafo 1, punto 13 della Legge sulle Società in Giappone (会社法). Queste azioni sono soggette a rigorosi requisiti procedurali per garantire la stabilità precoce delle relazioni legali.
- Soggetti legittimati ad agire: coloro che possono intentare l’azione sono limitati dalla legge. Specificamente, sono inclusi gli azionisti, i direttori e i revisori contabili della società madre che ha emesso le azioni alla data di efficacia dell’emissione, coloro che hanno trasferito azioni o altri titoli della società figlia in occasione dell’emissione e i creditori che non hanno approvato l’emissione.
- Periodo per intentare l’azione: l’azione di invalidità deve essere intentata entro sei mesi dalla data di efficacia dell’emissione delle azioni. Questo periodo è considerato un termine perentorio, dopo il quale non è più possibile intentare l’azione, indipendentemente dalle circostanze.
- Convenuto: il convenuto in un’azione di invalidità è la società madre che ha emesso le azioni.
La ragione dietro questi rigorosi requisiti procedurali è la protezione della “sicurezza delle transazioni”, un’importante considerazione politica nella legge societaria giapponese. Una volta che l’emissione di azioni è considerata valida, nascono nuovi azionisti della società madre emittente, e queste azioni iniziano a circolare nel mercato, coinvolgendo molti terzi nelle relazioni di interesse. Se chiunque potesse contestare l’invalidità in qualsiasi momento, tali relazioni legali diventerebbero estremamente instabili, causando gravi disordini nell’attività economica. Pertanto, la legge impone severi limiti sui soggetti legittimati ad agire e sul periodo per intentare l’azione, assicurando la stabilità legale e limitando le situazioni in cui si può affermare l’invalidità a casi eccezionali.
Interpretazione delle cause di nullità: il principio del “grave difetto”
Per annullare retroattivamente l’efficacia dell’emissione di azioni, non è sufficiente la mera violazione di una norma legale. I tribunali richiedono che ci sia un “grave difetto” nel procedimento come causa di nullità. Questo criterio del “grave difetto” è impostato molto più in alto rispetto alle cause di inibizione. Questo perché, come detto in precedenza, la legge mira a proteggere i numerosi interessi coinvolti una volta formati e a dare priorità alla sicurezza delle transazioni. Pertanto, una sentenza di nullità viene emessa solo in presenza di difetti estremamente gravi che scuotono le fondamenta stesse del procedimento.
Casi giurisprudenziali di “difetti gravi” che possono rendere nulla un’operazione sotto il diritto societario giapponese
Nel diritto societario giapponese non esiste una definizione concreta di “difetto grave”, pertanto il suo significato si è formato attraverso l’accumulo di casi giurisprudenziali. Anche nel giudicare le cause di nullità dell’emissione di azioni, i seguenti casi di giurisprudenza relativi alla nullità dell’emissione di nuove azioni sono un importante punto di riferimento.
- Violazione dell’ordine di sospensione provvisoria: se un’azienda emette azioni nonostante un tribunale abbia emesso un ordine provvisorio di sospensione, tale atto è considerato un flagrante disprezzo della decisione giudiziaria e la sua illegalità è valutata estremamente alta.
- Mancanza di notifica o annuncio agli azionisti: anche la mancata notifica o annuncio agli azionisti delle informazioni richieste per legge può essere una causa di nullità (sentenza della Corte Suprema del 28 gennaio 1997). Il motivo è che la notifica e l’annuncio sono procedure estremamente importanti che forniscono le informazioni necessarie agli azionisti per decidere se esercitare o meno il diritto di opposizione, e la loro omissione equivale a privare gli azionisti della possibilità stessa di richiedere la sospensione.
- Assenza di una risoluzione dell’assemblea degli azionisti in una società non quotata: in una società non quotata, dove il trasferimento di azioni è limitato, le aspettative degli azionisti esistenti sul mantenimento della composizione degli azionisti sono significativamente più elevate rispetto a quelle di una società quotata. L’assenza di una risoluzione dell’assemblea degli azionisti in tali società può essere una causa di nullità.
- Altri difetti gravi: oltre ai casi sopra menzionati, azioni come l’emissione di azioni oltre il numero totale possibile stabilito nello statuto o l’emissione di tipi di azioni non previsti nello statuto, che violano le disposizioni fondamentali dello statuto dell’azienda, sono interpretate come difetti gravi e possono essere cause di nullità.
Difetti che Non Costituiscono Motivi di Invalidità
Esistono, tuttavia, alcuni difetti che, pur potendo costituire motivo di opposizione, non sono valutati come cause di invalidità.
- Metodi marcatamente ingiusti: anche se l’emissione di azioni è finalizzata al mantenimento del controllo gestionale in modo contrario alla regola dell’obiettivo principale menzionata in precedenza, una volta che l’efficacia si è manifestata, non è possibile invalidarla per tale motivo. Questa è la posizione giurisprudenziale che privilegia la stabilità formale e la sicurezza delle transazioni rispetto al giudizio sostanziale sulla legittimità o meno dell’obiettivo.
- Emissione a condizioni particolarmente vantaggiose (emissione vantaggiosa): anche se manca la speciale risoluzione dell’assemblea degli azionisti necessaria quando si emettono azioni a un prezzo notevolmente vantaggioso per certi soggetti, ciò non costituisce un motivo di invalidità. In questo caso, si ritiene che la società possa recuperare il danno patrimoniale richiedendo il pagamento della differenza a chi ha sottoscritto l’emissione e ai direttori che hanno approvato (articoli 212 e 213 del Diritto Societario Giapponese), senza la necessità di invalidare la transazione stessa.
- Mancanza di delibera del consiglio di amministrazione: anche se una società quotata emette nuove azioni senza la necessaria delibera del consiglio di amministrazione richiesta dalla legge, ciò è considerato solo un difetto nella decisione interna della società e, in linea di principio, non costituisce un motivo di invalidità.
L’efficacia della sentenza di nullità
Quando una sentenza che dichiara la nullità dell’emissione di azioni diventa definitiva, la sua efficacia è la seguente:
- Efficacia pro futuro: La sentenza di nullità non ha effetto retroattivo (negazione dell’effetto retroattivo). L’invalidità dell’emissione di azioni si verifica solo a partire dal momento in cui la sentenza diventa definitiva, andando avanti nel tempo (articolo 839 del Codice delle società giapponese). Pertanto, gli atti giuridici compiuti tra la data di efficacia e la conferma della sentenza rimangono validi in linea di principio.
- Efficacia erga omnes: L’efficacia della sentenza di nullità si estende non solo alle parti coinvolte nel processo, ma anche a tutti i terzi (articolo 838 del Codice delle società giapponese). Questo assicura che le relazioni legali siano trattate in modo uniforme, prevenendo la creazione di nuovi disordini.
- Ripristino dello stato originario: Quando l’emissione di azioni è dichiarata nulla, le parti devono ripristinare la situazione come se l’emissione non fosse mai avvenuta. In altre parole, la società che ha emesso le azioni deve restituire le azioni ricevute alla società che le ha accettate e, a sua volta, gli azionisti che avevano ricevuto azioni della società emittente come contropartita devono restituirle. Si ritiene che in questo caso si applichi per analogia la disposizione dell’articolo 844 del Codice delle società giapponese, che regola il trattamento dopo una sentenza di nullità di uno scambio di azioni.
Confronto tra il Richiamo all’Ordine e l’Appello di Invalidità sotto il Diritto Societario Giapponese
Come abbiamo visto finora, i due rimedi legali contro l’emissione di azioni, il richiamo all’ordine e l’appello di invalidità, differiscono notevolmente per obiettivi, requisiti e valori sottostanti. Comprendere queste differenze è essenziale per gli azionisti al fine di scegliere lo strumento legale più appropriato alla loro situazione.
Il richiamo all’ordine è una misura di rimedio preventiva e proattiva, mirata a prevenire il verificarsi di danni causati da atti illeciti. Al contrario, l’appello di invalidità è una misura di rimedio radicale e retroattiva, che mira a ribaltare gli effetti legali già prodottisi. Questa differenza temporale definisce la natura dei due sistemi. Il richiamo all’ordine, essendo antecedente all’efficacia dell’atto, si svolge in un contesto in cui gli interessi di terzi non sono ancora complessamente intrecciati, permettendo così ai tribunali di decidere con una certa flessibilità dal punto di vista della “protezione degli interessi degli azionisti”. Di conseguenza, non solo le irregolarità procedurali, ma anche le ragioni sostanziali come l’inadeguatezza degli scopi alla luce della regola degli scopi principali, possono costituire una base per il richiamo all’ordine.
D’altra parte, l’appello di invalidità viene proposto dopo che l’efficacia si è già verificata, costringendo i tribunali a essere fortemente consapevoli della necessità di “proteggere la sicurezza delle transazioni”. È possibile che molti stakeholder abbiano già agito sulla base della validità dell’emissione delle azioni, e ribaltare ciò potrebbe portare a disordini socio-economici. Pertanto, l’invalidità è riconosciuta solo in casi di irregolarità procedurali estremamente gravi, come quando l’opportunità di richiamo all’ordine è stata sottratta o in caso di violazione dello statuto che tocca le fondamenta organizzative della società. Ragioni sostanziali come l’inadeguatezza degli scopi, in linea di principio, non costituiscono una causa di invalidità. Questa differenza dimostra come il diritto societario giapponese cerchi di bilanciare con precisione la protezione degli interessi individuali degli azionisti con la stabilità legale dell’intera società che circonda l’azienda.
La tabella seguente riassume i principali punti di differenza tra questi due sistemi.
Elemento | Richiamo all’Ordine per l’Emissione di Azioni | Appello di Invalidità per l’Emissione di Azioni |
Base Legale | Articolo 816-5 del Diritto Societario Giapponese | Articolo 828, Paragrafo 1, Numero 13 del Diritto Societario Giapponese |
Natura | Rimedio preventivo | Rimedio retroattivo |
Tempistica di Richiesta/Proposizione | Prima dell’entrata in vigore dell’efficacia | Entro 6 mesi dall’entrata in vigore dell’efficacia |
Principali Motivi/Cause | Violazione di leggi/statuti, scopi inappropriati (regola degli scopi principali) inclusi | Gravi irregolarità procedurali |
Criteri di Giudizio del Tribunale | Relativamente flessibili | Estremamente rigorosi |
Valori Fondamentali | Protezione degli interessi degli azionisti | Protezione della sicurezza delle transazioni |
Riassunto
In questo articolo, abbiamo esaminato, con l’ausilio di numerosi casi giudiziari, due principali strumenti legali che gli azionisti possono utilizzare per contestare la validità del sistema di emissione di azioni previsto dal diritto societario giapponese: il “ricorso per inibitoria” e l'”azione di nullità”. Il ricorso per inibitoria è un mezzo preventivo che mira a impedire l’esecuzione dell’emissione di azioni prima che essa produca effetti, e i tribunali esaminano sostanzialmente la legittimità dell’operazione utilizzando la regola dell’obiettivo principale. D’altra parte, l’azione di nullità è un rimedio successivo che mira a annullare gli effetti già prodotti, e, per garantire la stabilità giuridica, le cause di nullità sono strettamente limitate a gravi difetti procedurali, come la mancata conformità ai giudizi giudiziari o la privazione dell’opportunità degli azionisti di esercitare i loro diritti.
Per esercitare correttamente questi rimedi legali, è essenziale non solo conoscere gli articoli del diritto societario giapponese relativi all’emissione di nuove azioni, ma anche avere una profonda comprensione della giurisprudenza storica in materia, in particolare il quadro decisionale dei tribunali nelle lotte per il controllo aziendale e l’equilibrio tra la protezione degli azionisti e la sicurezza delle transazioni. È estremamente importante valutare con precisione se l’emissione di azioni viene utilizzata per scopi impropri o se vi sono difetti procedurali significativi, e adottare la misura legale più appropriata al momento giusto per proteggere i diritti degli azionisti.
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